NurSind Cagliari denuncia la situazione di precarietà dell’Ospedale San Giuseppe di Isili.
L’UNIONE SARDA – 24 novembre 2013
L’ospedale resta senza Tac. Al San Giuseppe macchinario superato e guasto.
ISILI La Tac è guasta, non funziona da tempo. E il macchinario che la Asl avrebbe recuperato per garantire il servizio ai pazienti del Sarcidano sarebbe uno scarto degli ospedali di Cagliari. Macchinari vecchi. Obsoleti. È passato circa un anno dall’ultima visita del direttore generale della Asl 8, Emilio Simeone. Un incontro che lasciava intravedere molte prospettive per il futuro del San Giuseppe. Ma il piano aziendale che si doveva sottoscrivere si è arenato.
Accuse chiare alla dirigenza Asl arrivano dal sindacato del Nursind, che proprio in questi giorni ha denunciato la situazione di precarietà che l’ospedale vive con particolare riguardo al servizio radiologico.
LA DENUNCIA «C’è scarso interesse – ribadisce il segretario provinciale Fabrizio Anedda – e dubbia capacità di programmazione e pianificazione». Non ci sarebbe -sostengono al sindacato – coordinazione con la centrale operativa del 118 «che nonostante sia a conoscenza delle difficoltà relative allo svolgimento della normale attività della radiologia tradizionale continua ad inviare pazienti con complessità clinica elevata».
Ma le difficoltà vanno oltre e il sindacato punta il dito sui lavori di adeguamento strutturale cominciati il 5 settembre senza una data certa di ultimazione. «Nessuna pianificazione – sottolinea Anedda – neppure per gli adempimenti che compensino le conseguenze dei trasferimenti dei pazienti verso altre strutture che invece incombono sul personale già carente». Perplessità che coinvolgono anche i lavoratori.
LE SEGNALAZIONI Posizione condivisa anche dal sindaco di Isili, Orlando Carcangiu. «La latitanza – dice – è tanta soprattutto dopo quel piano aziendale di cui non c’è più traccia, come il Punto Donna». Oggi nel territorio nessun ambulatorio dispone di un ginecologa o di una ostetrica che si occupi delle donne, sopravvive un servizio presso l’ospedale. relegato in una stanza e quasi senza mezzi. «Per chi passa per il Pronto soccorso ai reparti – aggiunge il sindaco – non c’è la garanzia di un cardiologo, non c’è un angiologo, neppure nei poliambulatori». C’è stato un tentativo per il Day Surgery ma non è decollato neppure questo servizio, così come permangono i dubbi sulla Lungo Degenza.
LE CIFRE «Nella relazione aziendale – aggiunge Carcangiu – sono evidenti le cifre per le Case della salute nella Trexenta a 10 chilometri l’una dall’altra». Una situazione preoccupante per la minoranza di centrodestra. «Qualcosa si è fatto – dice Luca Pilia – come dialisi e oncologia ma i piccoli ospedali rischiano di diventare sedi staccate e marginali negando ai cittadini del territorio il sacrosanto diritto alla salute».
Per Carlo Contini (centrosinistra) «il presidio ha bisogno di un potenziamento, la direzione del distretto deve tornare ad Isili». Una lotta senza fine che coinvolge tutti, soprattutto i pazienti.
(Sonia Gioia, L’Unione Sarda)