Iglesias, la Asl 7 rinnova il parco auto con ventidue nuove Fiat: è polemica

Iglesias, la Asl 7 rinnova il parco auto con ventidue nuove Fiat: è polemica

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L’UnioneSarda.it » Cronaca

Un parco auto nuovo di zecca che non poteva passare inosservato, perché da un paio di giorni, buona parte delle 22 Fiat Nuova Panda (noleggiate in leasing dalla Asl 7) si trovano parcheggiate nel cortile dell’ospedale Cto.

La spesa dell’azienda? Circa 220 mila euro (Iva esclusa), cui va aggiunta quella del carburante per il 2016: altri 61 mila euro appena deliberati dal commissario straordinario Antonio Onnis.

Il motivo che ha indotto l’azienda a spendere questi denari? «Abbattere i costi del personale che usa la propria vettura per recarsi nelle strutture sanitarie del Sulcis Iglesiente», spiega Onnis. Per questo l’11 febbraio scorso ha deciso di utilizzare la convenzione Consip stipulata con la ditta “Arval service lease Italia Spa”.

Scontato il polverone sollevato da quello che il presidente dell’associazione Amici della Vita Sulcis, Giorgio Madeddu, considera un “investimento clamoroso”: «Lascia l’ospedale sguarnito di cardiologo, ma spende soldi che non sembrano poter migliorare la qualità dei servizi sanitari».

Articolo stampa L’Unione Sarda qui

 

 

Iglesias: Ospedale Cto chiuso per ferie, servizi trasferiti a Carbonia

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Era successo l’anno scorso e, forse si ripeterà,  per gli anni a venire: gli operatori sanitari saranno costretti a spostarsi periodicamente da un presidio ospedaliero all’altro.

QUESTO RIENTRA NELLA LOGICA DEL RISPARMIO DELLA SANITA’ 

Anche per l’estate 2016 è scattato il piano ferie del Cto di Iglesias: da lunedì scorso al 22 agosto la Asl 7 ha predisposto “la sospensione dell’attività di degenza in week e day surgery e di sala operatoria di Chirurgia e Ortopedia”.

Da lunedì prossimo e sempre fino al 22 agosto, è prevista anche la “sospensione” dell’attività chirurgica nel reparto di Otorinolaringoiatria.

“Assicurata l’attività ambulatoriale specialistica, le consulenze al Pronto soccorso e i trasporti urgenti al Sirai di Carbonia”, dove non è prevista alcuna riduzione dell’attività ospedaliera.

Normale routine per l’azienda sanitaria, che giustifica “la contrazione dell’attività” con la “riduzione drastica degli interventi programmati”.

L’AZIENDA – Ma il provvedimento della Asl 7 – che per il commissario straordinario Antonio Onnis ha “l’obiettivo di coniugare il diritto degli operatori di usufruire di opportuni e previsti periodi di ferie” – ha già scatenato un mare di polemiche. Soprattutto in seguito alle recenti disposizioni sulle visite cardiologiche appena dirottate al Sirai di Carbonia nei giorni festivi e nel fine settimana, ancora una volta per la mancanza del personale.

LE POLEMICHE – Contro le scelte della Asl 7, protestano Cisl e Uil (“Incredibile che si sospenda l’attività ospedaliera per garantire le ferie al personale, si stabilizzi il personale con contratto in scadenza”. Rincara la dose il dirigente del sindacato degli infermieri Nursind: “Siamo stufi di lavorare in condizioni precarie e di subire decisioni scellerate da parte dell’azienda sanitaria”, denuncia Marco Zurru. Intanto il Comitato per la salute presieduto da Paride Reale ha depositato il secondo esposto in Procura: “Si tagliano i servizi e si trasferiscono reparti, mettendo a rischio la vita delle persone. Chiediamo l’intervento della Magistratura”.

di Ilenia Mura  — fonte L’Unione Sarda del 07 agosto 2016

Bottega (Nursind): Nessuna contrattazione a costo zero!

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Dopo l’approvazione delle linee di indirizzo per l’apertura dei tavoli contrattuali per il rinnovo del CCNL da parte del Ministero, giunge con un comunicato stampa la posizione del Nursind, Sindacato degli Infermieri.

Secondo Andrea Bottega, Segretario Nazionale, come già affermato, non si può pensare di contrattare alcunchè, se la condizione è il costo zero.

Gli aumenti prospettati (300 milioni per il prossimo triennio), a conti fatti, si traducono in 11 euro lordi mensili medi. Sostanzialmente zero.

A queste condizioni Nursind annuncia che non c’è alcuno spazio di contrattazione, e collega all’evoluzione politica (in vista, anche, del referendum d’ottobre) il futuro della contrattazione stessa, che potrebbe trarre qualche beneficio dalla legge di stabilità 2017, forse figlia di politiche e compagini governative diverse.

Leggi qui

MANIFESTAZIONE PER LA SALVAGUARDIA SANITA’ OSPEDALE ISILI DEL 24/06/2016-

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ISILI – L’OSPEDALE NON SI TOCCA.

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fonte: L’unione Sarda

Isili. Venerdi Assemblea

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Fonte: L’Unione Sarda

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ISILI – OSPEDALE SAN GIUSEPPE – La Tac è di nuovo fuori servizio

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fonte: L’unione Sarda

 

IGLESIAS La protesta degli Infermieri: <>

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Anche gli infermieri della Comunità Protetta di Tallaroga protestano contro i tagli decisi dal Commissario della Asl 7, Antonio Onnis:  <<Vietato ammalarsi o andare in vacanza>>, accusa Marco Zurru del sindacato NuSind. <<Chi lavora nella comunità a doppia diagnosi, che assiste pazienti psichiatrici e allo stesso tempo anche tossico-dipendenti o alcolisti, non potrà usufruire delle ferie previste dal contratto>>.

Il motivo è legato alla carenza di personale: << Siamo solo sette, dunque sotto organico, ma ci chiedono di coprire turni di 24 ore e di non assentarci dal lavoro per alcun motivo: Se qualcuno dovesse ammalarsi, invece, potrebbero chiederci di fare lo straordinario  che non sarebbe neppure pagato. Abbiamo chiesto di aumentare l’organico  – spiega Zurru – ma l’azienda sembra non voler prendere in considerazione il nostro problema>>. Intanto contro la dirigenza Asl arrivano nuove accuse del capo gruppo  de Consiglio Comunale di Iglesias  “Cas@Iglesias”, Valentina Pistis: << si tratta di comprendere quali vantaggi o svantaggi hanno prodotto i trasferimenti,  le chiusure e il ridimensionamento dei servizi. Fino a oggi nessuno, lo certificano i dati,  tutti negativi, sulla produzione della Asl sulcitana che dal 2014 a oggi ha registrato un calo di 5 milioni di euro. E’ chiaro che la flessione andrà a incrementare la mobilità passiva del 2014 (38 milioni di euro) a fronte di una mobilità attiva di appena 7. Ma i dati più rilevanti e sempre negativi – conclude Pistis – riguardano il netto decremento delle nascite con 100 parti in meno rispetto all’anno scorso e i tempi delle liste d’attesa enormemente dilatatati>>

Fonte: L’unione Sardalogo unione sarda.2

Tutto pronto per il ricorso alla CEDU per il mancato rinnovo contrattuale. ULTIMI GIORNI PER ADERIRE AL RICORSO – IL 15 MAGGIO CHIUDERÀ LA PIATTAFORMA E POI NON SARA’ PIÙ’ POSSIBILE POTERLO FARE

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 PER INFO SUL RICORSO : 3494319227 – 3405441498 – WWW.RICORSOCGS.IT 

MODULO ISCRIZIONE QUI

VIDEO TUTORIAL PER PARTECIPARE AL RICORSO

Anche alla nostra segreteria stanno giungendo informazioni su denigrazioni e sottovalutazioni che le altre Sigle sindacali starebbero diffondendo verso l’iniziativa della confederazione CGS di cui forte promotore e componente è  NurSind.
Forse costoro si rendono conto che da un pezzo non agiscono come dovrebbero, che tardando a ridestarsi da un lungo e deleterio sonno, non possono fare altro che ricorrere a diffondere informazioni prive di fondamento?, non ci stupisce!, purtroppo in alcune nostre aziende sarde lo possiamo confutare anche per altri contesti e fattispecie.
Ebbene, calza giusto a pennello il comunicato stampa della CGS !
Per coloro ai quali è giunta l’informazione volta a sminuire l’iniziativa del ricorso promosso da NurSind in CGS, con  contestuale obiettivo di rendere meno tangibile la propria inerzia, invitiamo a leggere il comunicato allegato.
leggiamolo e valutiamo oggettivamente i vantaggi che la nostra O.S. concede in modo chiari e trasparente ai propri iscritti.
Saluti,
Fabrizio Anedda

 

Il Nursind in quanto federato alla Confederazione Generale Sindacale (CGS) è promotore e parte attiva nella presentazione di un ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo con cui si chiamerà in causa il Governo Italiano al fine di risarcire i pubblici dipendenti ricorrenti per il mancato rinnovo dei contratti dal 2010 al 2015 e per la mancata riapertura dei negoziati contrattuali con adeguate risorse dal 2015 in poi.

Si tratta di un’operazione importante che vede impegnato un pool di avvocati di alto livello ed esperti in materia e che si sta preparando ad aprire alle adesioni di chi vorrà ricorrere.

E’ importante ribadire che l’esito del ricorso, che si stima abbia tempi relativamente brevi e ottime possibilità di accoglimento, sarà a beneficio dei soli ricorrenti e non di tutti i dipendenti pubblici.

Proprio per questa ragione è necessario aderire in prima persona; tutti i dipendenti pubblici possono farlo.

A questo scopo è stata predisposta un’apposita piattaforma web attraverso la quale, e soltanto attraverso questa, sarà possibile inserire i propri dati per l’adesione

Il portale dedicato ha un’interfaccia essenziale e di facile fruizione, con un grande pulsante “Accedi al servizio”, attraverso il quale accedere alle maschere di inserimento dei propri dati, e i link alle pagine dedicate all’informativa sul ricorso, alle modalità di partecipazione, alle FAQ ed alle News.

La piattaforma informatica consente di generare, con i dati inseriti, tutta la documentazione necessaria per partecipare al ricorso, che verrà inviata al proprio indirizzo di posta elettronica per poter essere stampata, firmata e inviata in forma cartacea al Centro gestionale del ricorso. Sarà, quindi, indispensabile fornire il proprio indirizzo di posta elettronica e il proprio recapito telefonico.

Ricorso alla CEDU per mancato rinnovo contratti: piattaforma per aderire! Scopri come:

Tutti i dipendenti pubblici possono ricorrere!

Da ora, ed entro il 30 maggio c.a.è possibile aderire formalmente al ricorso (ricordiamo che la vertenza, in caso di accoglimento, avrà efficacia solo nei confronti dei singoli ricorrenti e non dell’intero pubblico impiego) attraverso la piattaforma creata per lo scopo.

All’indirizzo www.ricorsocgs.it è possibile, cliccando su “accedi al servizio”, inserire i propri dati.

Al termine della procedura di registrazione verrà inviata una mail al proprio indirizzo contenente tutta la documentazione da stampare, firmare e inviare a mezzo raccomandata al Centro gestionale del ricorso.

La partecipazione al ricorso prevede un costo, che è stato così scaglionato:

–        Euro 15,00 per i già iscritti ai sindacati federati nella CGS

–        Euro 20,00 per i nuovi iscritti, ossia per coloro che si iscriveranno ora per partecipare al ricorso

–        Euro 150,00 per i non iscritti che non intendano iscriversi ai sindacati aderenti.

Pochi semplici passi e un costo quasi esclusivamente simbolico per aderire a una iniziativa storica di grandissima valenza sia per quanto riguarda il riconoscimento del ruolo delle organizzazioni sindacali, sia per il riconoscimento del giusto adeguamento del valore della  retribuzione per i pubblici dipendenti (clicca qui per vedere le quantificazioni).

clicca sull’immagine per entrare nella piattaforma Ricorso alla CEDU

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Infermieri professionali. I giudici: “Non c’è l’obbligo di iscrizione all’Ipasvi per chi lavora nella PA”

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 quotidianosanita.it
Lo ha stabilito il Tribunale di Venezia che ha assolto un infermiere professionale (dipendente di una cooperativa e in possesso di tutti i titoli di studio) dall’accusa di abusivismo per non essere iscritto all’Ipasvi. Assolto anche il presidente della cooperativa accusato di omessa denuncia. Il motivo? Per i giudici manca il decreto legislativo che avrebbe dovuto prevedere obbligo iscrizione anche per i dipendenti pubblici.

Manca il decreto che istituisce gli albi per le professioni sanitarie con l’obbligo di iscrizione anche per i dipendenti pubblici. Questa la ratio seguita dai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Venezia che ha assolto un infermiere professionale (dipendente di una cooperativa e in possesso di tutti i titoli di studio) dall’accusa di abusivismo per non essere iscritto all’Ipasvi. Assolto anche il presidente della cooperativa accusato di omessa denuncia. Il motivo? Vediamo cosa dice la sentenza:

“La legge 43/2006 ha istituito gli Ordini professionali, ma avrebbero dovuto essere creati gli Albi per ognuna delle professioni indicate, quindi anche per quella di infermiere professionale, con obbligatorietà d’iscrizione pure per i pubblici dipendenti, però la mancata emanazione del decreto legislativo delegato ha impedito la effettiva attuazione di tale previsione normativa. Consegue che rimane vigente la disciplina di cui al D.Lvo 233/1946, secondo cui l’obbligo d’iscrizione all’Albo è previsto solo per gli esercenti la professione sanitaria, non già per i sanitari che lavorino per la PA. Pertanto, va ritenuto pacificamente che l’infermiere abbia lavorato, sulla base di un titolo professionale adeguato, idoneo e riconosciuto, quale dipendente (di una cooperativa) e non quale libero professionista per cui non tenuto obbligatoriamente all’iscrizione all’albo”.

Così la seconda sezione penale del Tribunale di Venezia ha assolto dall’accusa di abusivismo un infermiere che senza essere iscritto all’albo professionale esercitava la professione d’infermiere professionale presso il Pronto soccorso dell’Ospedale di Mirano (Aulss 13) e il presidente della Cooperativa titolare dell’appalto perché aveva omesso di attivarsi, ancorché consapevole, al fine d’impedire la presunta abusiva attività d’infermiere professionale da parte del socio della cooperativa.
Fonte: quotidianosanità.it

Ospedale San Giuseppe – ISILI – UN ANESTESISTA: “COSI’ L’OSPEDALE NON HA FUTURO”

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logo unione sarda.203/03/2016

Non sembra trovare pace il San Giuseppe di Isili. Ogni giorno, o quasi, c’è sempre una novità e purtroppo non in senso positivo. Ancora una volta l’allarme arriva dal sindacato degli Infermieri NurSind e riguarda questa volta il futuro del Pronto Soccorso e della chirurgia con annessa sala operatoria.  La presenza di un solo anestesista e la mancanza di reperibili mette a rischio il funzionamento dei reparti. Questo perché se l’anestesista è impegnato in reparto non può essere presente in Pronto Soccorso e viceversa. Situazione che pare sia stata affrontata i un incontro tra diversi responsabili della Asl che hanno discusso come affrontare il trasporto dei pazienti in altri presidi delle urgenze-emergenze e come evitare l’arrivo di codici rossi in pronto soccorso in assenza di anestesista.

Non è altrettanto pessimista il Consigliere Regionale e Sindaco di Escolca, Eugenio Lai, che crede ci sia un futuro per il San Giuseppe. <<L’Ospedale è salvo>> dice, << è stato riconosciuto come ospedale di zona disagiata, ci sarà una rivisitazione di alcune cose ma l’ospedale non chiude, sarà necessario aprire un tavolo con tutte le parti per capire che tipo di sanità si vuole>>

Fonte: L’Unione Sarda del 03/03/2016 – pag. 23.

CORSO ECM CAGLIARI 07 APRILE 2016

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Orario di lavoro, direttiva europea e gestione del personale. Le responsabilità del professionista sanitario previste dal C.C.N.L. tra le razionalizzazioni/razionamenti del S.S.N.

APPROFONDISCI

Brotzu svaligiati gli spogliatoi del personale sanitario si faccia qualcosa

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Triste spettacolo  all’arrivo del personale. Armadietti aperti, svuotati, oggetti e accessori buttati sul pavimento, vestiti e scarpe rubati.

Brutta sorpresa questa mattina per il personale sanitario  dell’ospedale Brotzu. Durante la notte qualcuno è entrato all’interno degli spogliatoi, nel sottopiano, e ha svaligiato gli armadietti. “Ogni tanto succede” raccontano “non abbiamo idea di chi sia, nel sottopiano girano tutti. Ci sarebbero anche le videocamere ma non sappiamo se sono in funzione”. Negli spogliatoi, oltre al freddo e ai brutti odori che arrivano dai bagni, uno scempio: armadietti aperti, rovistati, buona parte del materiale gettato per terra. “Ci hanno rubato scarpe e vestiti e quello che non serviva è stato lasciato a terra” spiega il personale sanitario “non si può andare avanti così. Occorre che qualcuno veda e faccia qualcosa, diversamente andremo a lavoro con i vestiti e le scarpe e andremo via in divisa”.

Il fenomeno continua a ripetersi e nel caso del Brotzu di Cagliari, il malvivente ha avuto tutto il tempo di aprire numerosi armadietti e selezionare i beni da portare via, a dimostrazione che ogni azienda è diversa dall’altra anche per i sistemi di sorveglianza adottati, comunque spesso fallaci, come in questo caso. Per fortuna questa volta si è trattato di un furto senza danni per nessuno perché in certi casi, al furto si aggiunge anche la violenza ed è ancora troppo vivo nella nostra memoria il ricordo del tentato stupro ai danni di una ausiliaria che si spostava da un padiglione all’altro dell’ospedale di Sassari.

1 – Difendere i principi del SSN pubblico (universalità e solidarietà) a garanzia dei diritti costituzionali.

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Da sempre gli infermieri italiani sono stati protagonisti nel soddisfacimento dei bisogni di salute della popolazione. Tutte le previsioni in ambito sanitario danno in aumento le disabilità, la cronicità e la fragilità ponendo il problema dell’assistenza infermieristica qualificata quale risposta adeguata e necessaria per garantire una degna qualità di vita ai nostri cittadini.

Questo impegno di salute è garantito dall’art. 32 della Costituzione e passa attraverso il Servizio Sanitario Nazionale pubblico.

Proprio questo Servizio, e quindi la garanzia dei diritti da esso erogati, è in continuo e costante de-finaziamento e la sua attuale sopravvivenza ne è a rischio.

Consapevoli che le inefficienze ci sono e vanno combattute e che l’impegno di chi, come gli infermieri, ci lavora dentro può essere di aiuto per questa battaglia, chiediamo che lo Stato non abdichi ai principi costituzionali per mere esigenze economiche magari fornendo l’alibi per una privatizzazione del sistema che porterebbe ancor più a una garanzia elitaria e censitaria del diritto alla salute.

Donato BG

Riposi: Nursind Sardegna scrive alle Direzioni Provinciali del Lavoro per sollecitare verifiche.

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Era stato annunciato: il Nursind promuoverà ogni azione tesa a garantire il rispetto della normativa europea e nazionale sui riposi del personale infermieristico, che dovranno essere garantiti dal 25 novembre.

E le prime mosse in tal senso sono state immediate.

Il Coordinamento regionale Nursind della Sardegna, a firma del Segretario Provinciale di Cagliari e Coordinatore regionale Fabrizio Anedda, ha scritto alle Direzioni Provinciali del Lavoro delle quattro province sarde e all’Assessorato regionale alla Sanità per chiedere alle autorità di vigilare, attraverso opportune attività ispettive, sul rispetto della normativa nelle Aziende Sanitarie, nelle Aziende Ospedaliere e Universitarie della Regione.

Nell’esposto si denuncia l’evidenza di numerose e sistematiche violazioni della norma e si esorta a procedere con i dovuti provvedimenti per il ripristino della legalità e la tutela dei diritti dei lavoratori e della sicurezza dei cittadini.

Leggi l’ESPOSTO-SEGNALAZIONE del Coordinamento Regionale Nursind Sardegna, QUI – 

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