Asl, parte la rivoluzione in Regione – Concluso in commissione l’esame del nuovo assetto con 12 aziende, entro ottobre via tutti i manager

Asl, parte la rivoluzione in Regione – Concluso in commissione l’esame del nuovo assetto con 12 aziende, entro ottobre via tutti i manager

spelo No Comments

La Nuova Sardegna  – 26 settembre 2014 –

CAGLIARI. Le Asl saranno commissariate non prima di fine ottobre. Solo fra due settimane la proposta di riordino del sistema regionale sanitario sarà inserita all’ordine del giorno del Consiglio regionale. Ieri la commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra, ha concluso l’esame degli articoli della bozza presentata dal Partito Democratico e poi sospeso la votazione finale in attesa del necessario parere della commissione Bilancio. Parere che dovrebbe arrivare entro la fine della prossima settimana e a quel punto il testo dovrebbe essere licenziato dalla commissione che ha cominciato a esaminarlo due mesi fa. Resta da capire ancora se l’inserimento nella mappa della dodicesima Azienda (è quella che dovrà gestire il servizio urgenza 118 e pronto soccorso, ora diviso a metà fra Cagliari e Sassari) basterà da solo a far saltare gli attuali manager tutti nominati dalla vecchia giunta di centrodestra.

Secondo alcune indiscrezioni, alcuni partiti della maggioranza (a cominciare dal Centro Democratico) vorrebbero inserire all’ultimo momento anche un emendamento che riduce, invece di aumentare, il numero delle Asl. Se questo tentativo non dovesse avere successo, la proroga dei direttori generali in carica potrebbe addirittura allungarsi. Un articolo della proposta di legge prevede che sia la Giunta a «completare il riordino del sistema regionale» con un disegno di legge da presentare entro novanta giorni dal prossimo voto del Consiglio. Tempi ancora più lunghi, dunque, anche se il Pd è sicuro che con l’ingresso dell’Azienda per le emergenze, la sigla è Areu, la stessa Giunta potrà commissariare molto prima e comunque entro ottobre le otto vecchie Aziende sanitarie, l’ospedale Brotzu e i due policlinici di Cagliari e Sassari. È evidente che il centrosinistra vuole spingere sull’acceleratore, soprattutto ora che i rapporti fra l’assessore alla Sanità, Luigi Arru, e i manager nominati dal centrodestra si sono deteriorati. L’ultimo scontro è con il direttore generale dell’Asl 7 (Sulcis) che sarebbe deciso a citare in giudizio la Regione dopo che l’assessorato alla sanità gli ha bocciato il bilancio 2012. Una scelta subito contestata dalla consigliera regionale del Centro Democratico, Anna Maria Busia: «Maurizio Calamida – è lui il manager dell’Asl 7 – invece di fare causa alla Regione deve dimettersi per l’uso improprio di denaro pubblico che ha fatto finora». Sono tesi anche i rapporti tra l’assessorato e il manager dell’Asl 1 di Sassari. A suo tempo anche Massimo Temussi ha dato incarico a un legale di valutare se fosse o meno regolare la direttiva con cui mesi fa l’assessore alla Sanità aveva imposto ai direttori generali di limitarsi solo all’ordinaria amministrazione. Circolare, a quanto pare, che nessuno ha rispettato e proprio da lì sarebbero cominciati i contrasti più duri. Ma ormai è chiaro: il conto alla rovescia è cominciato e per le Asl il commissariamento è solo questione massimo di un mese. Bisognerà poi vedere come Giunta e maggioranza si muoveranno nella scelta dei traghettatori verso il nuovo sistema sanitario. Le scelte non saranno facili e anzi possibile che proprio sugli incarichi risaltino fuori vecchi malumori.

INFERMIERI IN MEZZO AL GUADO. Disoccupazione in salita dal 2010 tra precarizzazione e incognita territorio da IL SOLE 24 ORE, articolo di Rosanna Magnano

spelo No Comments

[metaslider id=501]

Occupazione in calo, precarizzazione del lavoro, offerta ospedaliera in declino e nuovi contesti occupazionali in crescita, come Rsa e servizi assistenziali sul territorio. I rischi incombenti: perdita delle capacità lavorative, rinuncia alla professione, emigrazione. È il quadro che emerge dalla ricerca del Centro studi Nursind su «Andamento dell’occupazione infermieristica in Italia dal 2003 al 2013». L’analisi è basata su un sondaggio che ha coinvolto circa 2mila infermieri. Pur se lo studio è rappresentativo solo del 2% del totale, i risultati offrono uno spaccato sulla realtà che il nursing sta vivendo a livello nazionale.

L’anno di svolta è il 2010. Considerando lo stato dell’occupazione a un anno dalla laurea, negli anni 2003-2009 i valori si mantengono intorno al 90%. La tendenza al ribasso parte dal 2010 con l’84% per proseguire in caduta libera negli anni successivi (66% nel 2011, 56% nel 2012, 30% nel 2013) fino al 25% registrato nel primo quadrimestre del 2014.

Non a caso dal 2010 i neolaureati piuttosto che vivere da infermieri disoccupati accettano anche altri lavori, come risulta anche da dati AlmaLaurea che, nello specificare il settore di occupazione a 1 anno dalla laurea, riporta un decremento di occupazione di 20 punti percentuali dal 2008 al 2013 nel settore sanitario, a favore di industria, artigianato, agricoltura e altri servizi. Al Nord l’anno in cui la disoccupazione (57%) sorpassa l’occupazione (43%) è il 2013. Al Centro la situazione è critica già dal 2009 con il 25% di disoccupazione che cala nel 2010 al 9% per poi riprendere a crescere nel 2011 al 27%, al 58% nel 2012, arrivando al 76% nel 2013.

Nelle Isole si registra il primo aumento consistente della disoccupazione nel 2010 con il 25% che diventa il 36% nel 2011, il 55% nel 2012 fino a schizzare al 96% nel 2013. Al Sud la disoccupazione è già critica nel 2009 con il 16%, migliora leggermente nel 2010 per poi risalire al 40% del 2011, al 75% del 2012 e all’81% del 2013.

Le Regioni più «difficili» per gli infermieri non sono necessariamente quelle in piano di rientro: nel 2013 la disoccupazione maggiore si trova in Sardegna ma anche nelle Marche. Le regioni in cui gli infermieri trovano più facilmente lavoro sono la Lombardia con il 25% di disoccupazione, il Friuli con il 26% e l’Abruzzo al 36%. Tutte le altre sono sopra la soglia del 50 per cento. Le situazioni più drammatiche si registrano al Centro-Sud già nel 2012 con il 94% della Campania e il 75% del Lazio. Nel 2013 le Marche e la Sardegna raggiungono il tetto del 100% di disoccupazione seguite dalla Sicilia al 95% e la Puglia al 91 per cento.

«Con la crescita esponenziale del fattore disoccupazione – spiega la ricerca Nursind si comincia a registrare il fenomeno della rinuncia alla professione dal 2010, con la scelta di altre occupazioni pur di lavorare». Non si tratta di valori alti (tra l’1 e il 6%) e riguardano particolarmente il Nord e il Centro dove altre opportunità lavorative sono più disponibili a differenza che al Sud e nelle Isole. Tuttavia nel 2013 si assiste a un calo del fenomeno ma che potrebbe essere dovuto all’incidenza della crisi economica che rende difficoltoso anche al Centro-Nord trovare altre occupazioni.

La carenza di sbocchi lavorativi genera anche il timore della perdita di capacità professionale: l’8% ritiene che non succederà mai. Sommando chi ha risposto che entro l’anno perderà le capacità, la percentuale schizza al 56%. Il 7% entro due anni e il 3% nei tre anni. Il 26% non ha idea.

Anche chi trova un lavoro, difficilmente trova la stabilità economica. Ipotizzando un totale di 126.000 neolaureati dal 2003 al 2014, il 74,8% di loro pari a 94.248 risulta essere ancora precario contro i 31.752 assunti definitivamente.

Se nel 2003 prevalevano i contratti a tempo indeterminato per il 93%, gradatamente la percentuale si riduce fino a pareggiarsi nel 2010 e a invertirsi nel 2013. Per i dati disponibili relativi solo al primo quadrimestre del 2014 assistiamo a un timido ritorno ai contratti di tipo stabile.

Gli andamenti sono differenziati tra pubblico e privato: «Raffrontando gli stessi dati ma distinti tra pubblico e privato – si legge nello studio – si evince che a differenza del pubblico dove si è perseguita una crescente politica di contenimento e dei tagli alla spesa del personale e alla conseguente precarizzazione del personale, il settore privato ha seguito altre logiche negli anni, più confacenti al mercato e ai suoi andamenti ciclici».

Disoccupati disposti a spostarsi. Eppure tra i disoccupati la disponibilità a lasciare la propria Regione pur di trovare lavoro sale nel corso degli anni: dal 66,7% del 2008 fino a raggiungere livelli del 98,1% (laureati nel 2012) per poi decrescere lentamente all’87,5% del 2014. In tanti sono anche pronti a cambiare Paese, con una disponibilità a emigrare in crescita costante dal 2009. Tra i disoccupati sono più disposti a emigrare gli infermieri del Sud (43%) rispetto al Nord (16,1). Anche tra gli occupati vi è una buona propensione a fare le valigie. «In questo caso – spiega il Nursind – le forti aspettative sono legate a maggiori retribuzioni legate a un riconoscimento sociale della professione più evoluto rispetto all’Italia».

Precariato in salita. Considerando tutti gli infermieri che hanno trovato lavoro dal 2003 al 2014, il 57% ha trovato lavoro a tempo indeterminato di cui il 3% a part time; il 43% a tempo determinato di cui l’8% a part time. I precari sono quindi il 43% per un totale di 616 rispondenti.

Da sottolineare che l’andamento della tipologia dei contratti stipulati negli anni indica che il tempo indeterminato ha prevalso di gran lunga fino al 2008 con una media del 72%. Negli anni successivi però la linea si porta decisamente verso il basso fino ad arrivare al 16% del 2013.

I contratti di lavoro a tempo determinato (precari) hanno invece un andamento di crescita costante a partire dal 19% del 2005, raggiungono il picco del 50% registrato nel 2011 per poi discendere al 44% nel 2012 e al 41% nel 2013 divenendo la tipologia di contratto più utilizzata. Interessante l’andamento dei tempi determinati part time, pressoché inesistenti fino al 2010, aumentano in modo esponenziale nel 2012 al 28% e al 43% nel 2013 superando di 2 punti i tempi determinati full time e conquistando il primo posto per tipologia di contratti stipulata.

«Il fenomeno – spiega il Nursind – è legato all’imponente sviluppo negli ultimi due anni delle Cooperative socio-sanitarie che prediligono come tipologia di contratto il part time, andando decisamente contro corrente». Il pubblico si ridimensiona. «Riguardo al tipo di azienda in cui si è stati assunti – si legge nella ricerca – i valori complessivi mostrano una realistica rappresentazione dell’evoluzione del sistema sanitario dell’ultimo decennio, con un ridimensionamento del pubblico a favore di cooperative, società di somministrazione e partite Iva».

Nel dettaglio degli anni, fino al 2009 si assiste a una figura speculare dell’andamento delle assunzioni tra aziende pubbliche e private, dimostrando che quando assumeva il pubblico si riducevano proporzionalmente le assunzioni nel privato. La figura speculare si interrompe a partire dal 2010 dove cominciano a prender piede le cooperative che dal 9% balzano al 29% nel 2013 conquistando il primato delle assunzioni. L’offerta pubblica resta prevalente con una media del 78% fino al 2008 per poi scendere decisamente fino al 15% del 2013. A oggi è penultima in classifica appena sopra le Società di Somministrazione lavoro che coprono il 10% delle assunzioni e che pur coprendo fette poco consistenti del mercato del lavoro, registrano una crescita del 66% tra il 2012 e il 2013. La partite Iva, quasi inesistenti fino al 2009, salgono lentamente la china attestandosi al 18% del 2013.

Il declino dell’offerta ospedaliera. Il 68% è occupato presso strutture ospedaliere, il 19% presso le residenze assistite (Rsa), il 5% sul territorio (Adi) e l’8% non si ritrova in nessuna delle tipologie precedenti.

Sviluppando il grafico nel tempo, si assiste al lento declino dell’offerta ospedaliera del mercato del lavoro dei neolaureati che scende dal 90% del 2006 al 24% del 2013. All’opposto, cresce l’offerta delle strutture residenziali che supera l’ambito ospedaliero nel 2012 con il 51% mantenendosi al top anche nel 2013 pur regredendo al 41%. In aumento l’occupazione nei servizi assistenziali sul territorio e altre tipologie.

Il coraggioso «libro bianco» di Nursind parla per tutti gli infermieri

spelo No Comments

Sanità. Le opacità dell’Ipasvi, l’ordine professionale dei 420.000 infermieri italiani denunciate nel “libro bianco” del piccolo sindacato Nursind.

ospedale-corsia-medici.jpg_415368877Il   più pic­colo ‚il più gio­vane, il più indi­pen­dente dei sin­da­cati degli infer­mieri ita­liani , il Nur­sind, ha reso pub­blico un «libro bianco» per denun­ciare la non tra­spa­renza del pro­prio organo di rap­pre­sen­tanza pro­fes­sio­nale, l’Ipasvi, vale a dire la fede­ra­zione nazio­nale di tutti i col­legi infer­mie­ri­stici d’Italia (420.000 infermieri).

Una denun­cia che pur riguar­dando l’opacità finan­zia­ria dell’ente, non anno­ve­re­rei tra le solite cro­na­che sull’immoralità del sistema isti­tu­zio­nale pub­blico di que­sto paese, anche se l’Ipasvi è un ente pub­blico finan­ziato con le tasse degli infer­mieri, ma che ha tutto il signi­fi­cato di una bat­ta­glia poli­tica rifor­ma­trice. Nur­sind, con il suo «libro bianco», ci dice che i gra­vis­simi pro­blemi della cate­go­ria non si pos­sono risol­vere se non a par­tire dalle qua­lità della sua rap­pre­sen­tanza: il pro­getto stra­te­gico non può essere sepa­rato dalla mora­lità della pro­pria rap­pre­sen­tanza. Se que­sta non è affi­da­bile, nes­suna bat­ta­glia per quanto qua­li­fi­cata sarà credibile.

Molti sono gli infer­mieri, che si ritro­ve­ranno nel «libro bianco», sono tutti coloro che si sen­tono tra­diti nelle loro pro­spet­tive pro­fes­sio­nali e sven­duti a regioni e aziende che li usano per qual­siasi cosa come forza lavoro a basso costo. Il «libro bianco», con i suoi numeri, ci dice che la rap­pre­sen­tanza mas­sima degli infer­mieri è opaca, rifiuta la tra­spa­renza, non dà conto della desti­na­zione delle risorse di cui dispone, ne abusa in diversi modi per ali­men­tare poteri personali.

In poche parole, sem­bra dirci che un «ente pub­blico non eco­no­mico» è diven­tato pro­ba­bil­mente un «ente pri­vato eco­no­mico». La sua pre­si­dente non ha mai voluto chia­rire il suo red­dito reale, è pen­sio­nata, ha con­tratti di col­la­bo­ra­zione con la Asl di Bolo­gna, è socia di una società assi­cu­ra­tiva che assi­cura gli infer­mieri, ma è soprat­tutto sena­trice del Pd.

Il governo Renzi sino ad ora ha pre­fe­rito igno­rare que­sto stato di cose. Noi stessi su que­sto gior­nale, abbiamo a più riprese sol­le­ci­tato un suo inter­vento di mora­liz­za­zione… (vedi il mani­fe­sto del 22, il botta e rispo­sta con la sena­trice Sil­ve­stri il 25 luglio e gli arti­coli del 29 luglio ) ma fino ad ora niente. Dal “grande” rifor­ma­tore la più totale indif­fe­renza… come se vi fosse una dop­pia morale, il pre­si­dente del con­si­glio che cam­bia la Costi­tu­zione e il segre­ta­rio del Pd che non cam­bia ciò che è mar­cio forse per­ché fun­zio­nale agli inte­ressi di con­sor­te­ria del suo partito.

Que­sto «libro bianco», quale atto poli­tico di cam­bia­mento, nasce sulla scia di una bat­ta­glia a viso aperto, leale, pro­mossa da un 5 % di infer­mieri che ha deciso di disob­be­dire, ferito da penosi epi­sodi per­se­cu­tori nei con­fronti di chi ha osato tra di loro, chie­dere tra­spa­renza, col­pito financo nella sua libertà di espres­sione subendo attac­chi di tutti i tipi a «infer­mie­ri­sti­ca­mente», la loro voce sul web.

asce anche con una cate­go­ria inti­mo­rita, ridotta al silen­zio di fatto da una rete di inte­ressi che dimo­stra come l’Ipasvi asso­mi­gli a una «cupola» che con­trolla posti di lavoro, uni­ver­sità, con­corsi, pro­gres­sioni di car­riera. Nasce infine in un momento dove la sanità è smar­rita, muta, fiac­cata nella volontà di com­bat­tere, esclusa da ogni deci­sione impor­tante, in balia dei patti impro­ba­bili tra governo e regioni.

In tale con­te­sto il «libro bianco» di Nur­sind , si legge come un atto quanto meno con­tro­cor­rente, corag­gioso, determinato…ma anche stu­pen­da­mente dispe­rato, come quelle cose che nel momento della mas­sima dif­fi­coltà tirano fuori inso­spet­tate capacità.

Se i colori deno­tas­sero dav­vero delle virtù morali, il libro sull’Ipasvi non dovrebbe essere bianco ma nero, per rap­pre­sen­tare l’opacità che nasconde, o il verde mar­cio o il giallo pus, per rife­rire della degra­da­zione. Il «bianco», in que­sta denun­cia, sem­bra in realtà signi­fi­care il colore di una nuova pagina sin­da­cale su cui scri­vere una nuova poli­tica, offerta a tutti gli infer­mieri d’Italia in un momento dav­vero particolare.

Il «libro bianco» esce men­tre in senato si sta discu­tendo un ddl nel quale, tra le varie cose, è pre­vi­sto un finto rior­dino degli ordini e dei col­legi, del tutto fun­zio­nale agli inte­ressi per­so­nali dei pre­si­denti in carica , ma esce anche alla vigi­lia delle ele­zioni per rin­no­vare il qua­dro diri­gente dei collegi.

Rela­ti­va­mente a tale appun­ta­mento, auspico che la con­ser­va­zione e gli egoi­smi di posi­zione, che sono die­tro la denun­cia del «libro bianco», siano scon­fitti o quanto meno ridi­men­sio­nati; auspico che il cam­bia­mento abbia le fat­tezze della libertà di pen­siero, dell’autodeterminazione e della rap­pre­sen­tanza demo­cra­tica, auspico che le ele­zioni dei nuovi col­legi, siano cor­rette come non sono mai state sino ad ora… ma auspico anche che il mes­sag­gio di fondo del «libro bianco» sia rac­colto da coloro che sino a ora sono restati a guar­dare alla fine­stra, cioè i sin­da­cati con­fe­de­rali, le asso­cia­zioni di cate­go­ria, tutto il qua­dro dei diri­genti e dei docenti universitari.

A que­sto 5%, il mio rispetto e la mia solidarietà.

Ivan Cavicchi, 

Scarica  Il libro bianco sul collegio degli infermieri  qui

Infermieri, sanità pubblica verso lo sciopero.

spelo one comments

manifestazione_nursind

Nursind, personale in ginocchio per mancati finanziamenti

Nursind chiede agli infermieri di non inginocchiarsi di fronte all’uteriore blocco degli stipendi.

Gli infermieri che lavorano nel settore pubblico sono pronti a scioperare”. Lo fa sapere Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, sindacato di categoria. “Il mancato finanziamento della contrattazione nazionale e aziendale sta mettendo in ginocchio il personale.
Chiederemo agli infermieri di non inginocchiarsi e scendere a manifestare il loro disagio nelle piazze”, annuncia Bottega il giorno dopo l’incontro col presidente del Comitato di Settore regioni-sanità Claudio Montaldo.

COMUNICATO STAMPA

Si è svolto nella giornata di ieri l’incontro tra Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, e il Presidente del Comitato di Settore regioni-sanità, ass. Claudio Montaldo, come concordato nel tentativo di conciliazione dello stato di agitazione del comparto sanità svolto presso il Ministero del Lavoro.

Durante l’incontro Nursind ha posto sul tavolo l’impossibilità di agire a livello aziendale nel premiare le riorganizzazioni e le maggiori responsabilità per il taglio dei fondi contrattuali, l’impossibilità di aprire una tornata contrattuale nazionale con risorse economiche a partire dal 1 gennaio 2015 (ipotesi che proprio ieri ha trovato una conferma nei rappresentanti del Governo), la differenzazione rispetto ai lavoratori del privato nella detassazione della produttività e dello straordinario, la penalizzazione dei part time verticali nel trattamento di pensione, le difficoltà poste dalla normativa sui nuovi comparti e aree di contrattazione. Da parte del Presidente del Comitato di settore c’è la comprensione delle difficoltà che sta vivendo il comparto e la professione infermieristica in particolare ma non rientra nella potestà dei sui uffici la decisione sulle materie economiche di finanziamento dei contratti. Per quanto riguarda la contrattazione le regioni sono disponibili ad emanare un atto di indirizzo per la sola parte normativa dopo che si siano individuati i nuovi comparti come prevede la normativa vigente. Contestualmente all’incontro si è appreso dalle dichiarazioni del Ministro della Funzione Pubblica on. Madia che il blocco del trattamento economico perdurerà almeno fino a tutto il 2015.

Nursind aveva, nelle scorse settimane, sospeso lo stato di agitazione del personale del comparto per valutare se ci fossero margini per una soluzione della problematiche poste. Oggi apprendiamo che non c’è la volontà politica di procedere in tal senso. Attendiamo gli incontri in programma presso il Ministero della salute che dovrebbero svolgersi nelle prossime settimane per chiudere poi la questione il 30 di settembre presso il Ministero del Lavoro dove siamo convocati per la chiusura della procedura di raffreddamento.

Su questi presupposti ci prepariamo alla mobilitazione del personale nel mese di ottobre quando chiederemo ai lavoratori pubblici di manifestare la loro contrarietà ai continui blocchi degli aumenti stipendiali e di ridurre la produttività in quanto non ci sono risorse per retribuirla adeguatamente.

Sappiamo che il governo se ne farà una ragione della nostra manifestazione, speriamo che i cittadini se ne facciano altrettanta quando non troveranno i servizi all’altezza delle aspettative e quando si troveranno a pagare di tasca propria l’assistenza infermieristica che lo Stato non è in grado di garantire. Gli infermieri da anni provati dal blocco del turn over e delle retribuzioni (che non recupereranno più per tutta la loro vita!) hanno buone ragioni per limitarsi a quanto si sentono di garantire dando priorità alle attività di maggiore responsabilità.

Dr. Andrea Bottega
Segretario Nazionale Nursind
Comunicato Stampa

(ANSA) – ROMA, 04 SET 

 

In seguito allo stato di agitazione: Comparto. Aperto il confronto al Ministero

spelo No Comments

infermieri_pronti_tornare_nelle_piazzeL’incontro tenutosi oggi 20 agosto 2014 presso il Ministero del Lavoro in seguito alla richiesta del Nursind nell’ambito della procedura di raffreddamento della vertenza sindacale per il Comparto Sanità, rappresenta il primo concreto passo del sindacato per cercare di raggiungere una serie di accordi con le diverse funzioni ministeriali al fine di porre termine alla condizione di disagio in cui versa ormai drammaticamente la professione infermieristica.
NurSind apre al dialogo costruttivo ed approfondito per affrontare i 5 temi di primaria importanza per gli infermieri, preferendo dedicarsi ai fatti concreti piuttosto che a vaghe dichiarazioni d’intenti.

COMUNICATO STAMPA 

NurSind incontrerà il Comitato di Settore e il sottosegretario Di Filippo la prima settimana di settembre e sospende lo stato di agitazione del comparto sanità. Il Segretario Bottega: “un’apertura di credito alle proposte del Ministero della Salute e per il rinnovo contrattuale con una parte economica attendiamo una risposta dal Comitato di settore.”

 

Si è svolto oggi, presso il Ministero del Lavoro, il tentativo di raffreddamento richiesto da Nursind ai sensi di legge per scongiurare lo sciopero del personale del Comparto Sanità. Tra i punti indicati nella vertenza :

  1. il perdurare del blocco del trattamento economico del personale del SSN previsto dal DL 78/2010 convertito nella legge122/2010, con il conseguente blocco contrattuale e il taglio dei fondi della contrattazione integrativa;
  2. il mancato rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il comparto sanità;
  3. il permanere della crisi occupazionale infermieristica che vede circa 30.000 infermieri non occupati e il sovraccarico di lavoro che la categoria sopporta per il perdurare del blocco del turn over, il mancato ricambio generazionale per la riforma pensionistica, l’invecchiamento e l’usura del personale;
  4. lo stato di demansionamento in cui versa il personale infermieristico chiamato a coprire nel sistema le carenze di altre figure e del personale di supporto;
  5. l’impossibilità di valorizzare qualsiasi percorso di carriera per la professione infermieristica a livello nazionale e aziendale.

L’incontro si è svolto alla presenza del rappresentante del Ministero della Salute che ha dichiarato la disponibilità a fissare un incontro tra le OO.SS. e il Comitato di settore per la Sanità e il Sottosegretario Di Filippo per trattare i primi due punti delle richieste Nursind entro la prima settimana di settembre. Successivamente sempre entro il mese di settembre dovrebbe essere convocato un tavolo presso il Ministero della Salute per trattare i restati punti.

Di fronte a tali proposte il sindacato Nursind ha voluto aprire una nota di credito riservandosi di valutare l’esito ti tali incontri e per tale motivo ha sospeso lo stato di agitazione.

“Riteniamo importante – afferma il Segretario Nazionale dott. Andrea Bottega – aver ricevuto la disponibilità del Ministero della Salute e aver dato un nuovo impulso per vedere se c’è la volontà di riprendere una fisiologica contrattazione che tenti di risolvere i numerosi problemi del settore e dell’esercizio della professione infermieristica. Ci rammarica la mancanza al tavolo di un rappresentante della Funzione Pubblica per gli aspetti legati alle procedure preliminari sui comparti e aree di contrattazione e de rappresentante del MEF per gli aspetti economici.”

“Un aspetto imprescindibile per la soluzione delle problematiche del lavoro – afferma Donato Carrara del Direttivo Nazionale – è quello della disponibilità economica. Abbiamo rappresentato al tavolo il nostro scetticismo sulla reale possibilità di vedere delle risorse economiche per la valorizzazione delle professionalità e per l’attuazione dei buoni propositi del recente Patto per la Salute. Tuttavia abbiamo voluto aprire uno spiraglio al rappresentante del Ministero che ha dato la disponibilità ad affrontare a breve in una serie di incontri i problemi condivisi nella comune convinzione che il personale del Comparto ed in particolare gli infermieri abbisognano di un riconoscimento normativo ed economico che li motivi a coprire le esigenze sempre più pressanti del sistema.”

Il sindacato Nursind, ancora una volta in prima persona, si fa portavoce del pressante disagio della principale categoria nel comparto attuando in modo concreto quanto la normativa consente per aprire una solida vertenza sulla questione infermieristica. “Siamo determinati, in caso di esito negativo, – conclude il Segretario – a promuovere uno sciopero nazionale e portare in piazza il malessere che si sta vivendo dentro e fuori il sistema sanitario. Le recenti voci di un perdurare del blocco contrattale non ci fanno certo ben sperare.”

Lo stato di agitazione si è sospeso quindi con un rinvio al 30 settembre 2014 per un incontro presso il Ministero del Lavoro per verificare se gli ulteriori elementi di chiarimento possano definitivamente risolvere la vertenza.

Roma 20 agosto 2014

VEDI  il Verbale spsensione stato di agitazione e convocazione 30 settembre2014

Project Financing? NO GRAZIE !

spelo No Comments

Con il sistema del Project Financing negli ultimi anni, le aziende ospedaliere e le ASL hanno dirottato ingenti finanziamenti ai privati, arrecando un danno erariale considerevole e senza benefici per il sistema sanitario, creando indebitamenti trentennali della Pubblica Amministrazione e abolendo di fatto per tutta la durata del contratto la concorrenza del mercato e la prospettiva di abbattere i costi d’esercizio e risparmiare. A tutto vantaggio di Società Private. Sentite come lo spiega bene il Dott. Ivan Cicconi, ingegnere, esperto di appalti pubblici, presidente del Comitato di Sorveglianza della Stazione unica appaltante della Regione Calabria, direttore dell’Associazione nazionale ITACA (Istituto per la Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale), consulente della Comunità montana Valdisusa-Valsangone per il progetto TAV/TAC Torino-Lione, risponde ad alcune domande sul project financing, in prospettiva della realizzazione del nuovo ospedale di Pordenone. 

SANITA’ – La presidente del Pd e il collegio infernale.

spelo No Comments

QUELLA TASSA MEDIOEVALE NELLA SANITÀ
Strapotere di una senatrice pd, presidente deg i infermieri. infermiere-150x150
Tutti gli infermieri d’Italia, occupati e disoccupati, (circa 400 mila) ogni anno pagano una tassa ad Equitalia per poter esercitare la loro professione e finanziare i loro collegi professionali.
Con una Costituzione che si basa sul lavoro questo “tributo obbligatorio” non mi pare ne civile ne coerente.
Ogni anno entra nelle casse dei collegi professionali una enorme quantità di denaro (si parla di 28 milioni di euro). I collegi, giuridicamente “enti pubblici non economici”, non hanno gli stessi
obblighi di trasparenza degli altri enti pubblici.
Il denaro degli infermieri viene usato in modo discrezionale,da chi comanda,
per alimentare e mantenere soprattutto forme di potere medioevali.
Se si cancellasse questo rottame di altri tempi si potrebbero cancellare, nello stesso tempo, ben altre conseguenze che direttamente ne derivano.
Innanzitutto il blocco di potere,che perdura da almeno 20 anni, si è talmente identificato con l’istituzione che ha occupato, da sembrarne non il gestore delegato ma il proprietario sovrano per diritto naturale o divino. In secondo luogo un’infermiera intraprendente è da molti anni Presidente della Federazione nazionale dei collegi dal momento che i mandati sono a tempo illimitato, con retribuzioni cospicue, libere da quei tetti imposti alla politica ai grandi manager, ai grandi funzionari dello Stato. La Presidente è anche senatrice del Pd, non volendo e non potendo contrastare le politiche che stanno mettendo in ginocchio la propria professione, è costantemente in conflitto di interesse riducendo i collegi a una servile cinghia di trasmissione. Nonostante sia la Presidente della federazione nazionale dei collegi, l’onorevole senatrice è socia di una società che offre agli infermieri servizi assicurativi (Promesa): per gli infermieri dovrebbe valere l’obbligo della copertura assicurativa. Quindi una “signora multitasldng”, che promette agli infermieri la “grande professione”, in realtà capace di offrire solo mortificazioni. Gli infermieri nei servizi sono ormai da anni le vittime di uno sfruttamento sistematico giocato interamente sulla reciprocità funzionale tra disoccupazione e deprofessionalizzazione. Oggi il 60% degli infermieri neolaureati è disoccupato e negli organici dei servizi mancano almeno 60.000 unità (Ocse 2013). La deprofessionalizzazione, cioè l’infermiere “tappa buchi”, in questi anni è stata la risposta al blocco del turn over. Era quindi inevitabile che nel tempo il sistema dei collegi diventasse la prima vera controparte degli infermieri che per protestare la loro rabbia, non potendosi cancellare e rifiutarsi di pagare la tassa sulla servitù, hanno solo un modo: astenersi dal votarli.
Tutto questo orrendo sistema ha una base di legittimazione infima. Spesso nel momento in cui si eleggono i presidenti di collegi e tutto il resto non si raggiungono i quorum previsti dalla legge (e spesso per coloro che si candidano si dice, che per recuperare voti si vanno a prendere gli infermieri a casa con le autoambulanze).
L’enormità di tutto ciò è la sua assurda e surreale “normalità”, nel senso che tutti sanno che le. cose funzionano così e nessuno si meraviglia più di niente. Ma quando queste cose degenerano in brutture autoritarie e in derive speculative
ci si accorge che questa “normalità” è inaccettabile. E’ successo in seguito all’iniziativa di un giovane sindacato indipendente (Nursind) che ha pensato di consultare gli infermieri  ponendo loro dieci domande sulla loro condizione  lavorativa. Per prima cosa le 10 domande sono inviate alla Federazione nazionale
dei collegi e a tutti i collegi provinciali. Gli infermieri cominciano a rispondere, esprimendo le loro critiche, le loro delusioni e la loro amarezza. La presidente e senatrice del Pd, con una serie di circolari sollecita i collegi a non rispondere alle domande perché non sono ammesse discussioni fuori dagli organismi statutari…. i collegi obbediscono. Poi chiede di assumere, se il caso, iniziative legali contro una infermiera che rispondendo alle domande si è permessa di domandare ai collegi maggiore trasparenza …i collegi obbediscono. Quindi a verificare se esistono ragioni contro di lei per adottare dei provvedimenti disciplinari…. il collegio di pertinenza… ob torto collo obbedisce e convoca.
Prende così forma un linciaggio morale orchestrato da una infermiera presidente dei collegi e senatrice del Pd che, con i soldi sicuri degli infermieri, vuole bruciare in piazza un’altra infermiera, colpevole solo di aver espresso una opinione critica sul suo operato. L’infermiera spaventata scrive una lettera aperta per spiegare le sue ragioni e chiede dei chiarimenti …ma l’infermiera presidente e senatrice del Pd non risponde e con un’altra “circolare” spiega ai collegi che le accuse nei suoi confronti sono infondate… e i collegi tacciono. Questa idea malata di governare il mondo con gli “imperativi burocratici” mi impressiona, come pure questa figura di “signora delle circolari” che mi ricorda la strega cattiva che perseguita la povera Biancaneve. Mi impressiona al punto che vorrei informarne tanto il Presidente del Consiglio che il segretario nazionale del Pd, e avanzare una proposta. Siamo di fronte ad un grosso problema, nel caso dei collegi infermieristici: gli “enti pubblici non economici” sembrano avere acquisito tutti i caratteri degli “enti privati economici” con una forte impronta autoritaria. Se così fosse, come io temo, si capirebbe la grande disillusione, della stragrande maggioranza degli infermieri e la loro avversione contro questo sistema oppressivo. Essi sono come in trappola e da questa trappola bisogna liberarli perché ne hanno diritto. Non si tratta di rottamare niente ma di abolire quella tassa medioevale sulla servitù degli infermieri affermando che ,l’iscrizione ai collegi è semplicemente
libera e volontaria. Molti soldi e poca trasparenza. E se un’inferiera lo fa notare è – chiamata all’ordine.

leggi gli articoli:

– Il MANIFESTO di mercoledi 23/07/2014 – clicca per vedre l’articolo di Ivan Cavicchi.

Il Fatto Quotidiano il fatto quotidiano clicca qui

Petizione per le Dimissioni dell’attuale Presidente Nazionale IPASVI e Richiesta di un congresso straordinario dell’IPASVI

Se vuoi firmare la petizione  clicca qui

Marcella Gostinelli: lettera aperta ad Annalisa Silvestro

spelo No Comments

LEGGI L’ARTICOLO          di Daniele CarbocciDANIELE CARBOCCI

Patto per la Salute. Nursind: “il più importante stato di salute che si vuole salvaguardare è quello dei conti, mentre i professionisti sanitari vengono valorizzati con flessibilità e riorganizzazioni.”

spelo No Comments

VEDI COMUNICATO STAMPA       Andrea Bottega, Segretario Nazionale NurSindANDREA BOTTEGA

Morti in corsia a Isili, Igiene pubblica lanciò allarme-batterio. Ma la Asl conferma: nessun legame coi decessi

spelo No Comments

ospedale-corsia-medici.jpg_415368877Tre pazienti ricoverati all’ospedale San Giuseppe di Isili sono morti e un quarto è ricoverato in gravissime condizioni. La Asl: nessun collegamento con l’infezione.

Dopo la morte dei tre pazienti e gli altri cinque casi di contagio da batterio riscontrati nell’ospedale di Isili, il 27 giugno scorso il reparto di medicina è stato chiuso per due giorni. “A fronte del riscontro del focolaio di infezione – hanno spiegato ai giornalisti i direttori sanitari della Asl 8 di Cagliari e dell’ospedale, Ugo Storelli e Ferdinando Angelantoni – si è provveduto ad adottare nell’immediato tutte le misure previste dei protocolli, al fine di impedire ulteriori contagi tra i degenti e garantire le norme di sicurezza per operatori e visitatori”. “Già dopo il primo caso riscontrato abbiamo messo in isolamento i pazienti avviando le varie procedure e la profilassi – hanno sottolineano ancora i due dirigenti -. Sono stati visitati, e lo saranno sicuramente anche nei prossimi giorni, pazienti, personale sanitario, visitatori e chiunque sia entrato in contatto con i contagiati. Al momento potrebbero essere centinaia di persone, anche se una stima precisa non è ancora stata fatta”.

“E’ stato inoltre applicato il protocollo internazionale previsto in questi casi – ha aggiunto Angelantoni – e sono stati sanificati gli ambienti ospedalieri interessati”. La Asl ha precisato che si è mossa da subito. “Siamo stati noi stessi ad eseguire le analisi alla ricerca del batterio davanti ai sintomi di colite per verificarne le cause – ha ricordato il direttore sanitario dell’ospedale di Isili – E’ una patologia perfettamente trattabile in pazienti che non hanno un quadro clinico a rischio come le tre persone decedute”.

LE INDAGINI – I carabinieri della Compagnia di Isili stanno indagando sui decessi di tre uomini, tutti anziani, affetti da varie patologie ma anche contagiati, mentre erano in ospedale, da un’infezione provocata dal “Clostridium difficile”, un batterio che attacca l’intestino provocando debilitazione con febbre e dissenteria.

La quarta persona ricoverata in gravi condizioni è una donna. Le morti sarebbero avvenute tra lunedì 30 giugno e martedì 1 luglio. Si è appreso inoltre che nello scorso fine settimana il reparto di Medicina dell’ospedale di Isili è stato chiuso e i pazienti trasferiti su ordine del direttore sanitario. Contemporaneamente sono state avviate tutte tutte procedure per contrastare la diffusione del batterio killer: questo infatti deve essere tempestivamente isolato per evitare che proliferi. Ieri sera, dopo gli ultimi decessi, si sono messi al lavoro i carabinieri della Compagnia di Isili, coordinati dal capitano Paolo Bonetti. Una segnalazione, secondo quando si è appreso, sarebbe già arrivata in Procura a Cagliari.

LA ASL – “Non c’è alcun rapporto diretto tra i decessi e l’infezione da Clostridium difficile”. Lo affermano il direttore sanitario dell’Asl 8 Ugo Storelli e il direttore sanitario dell’ospedale di Isili, Ferdinando Angelantoni, riferendosi ai tre anziani morti mentre erano ricoverati. La Asl precisa che i tre decessi – due uomini e una donna di circa 80 anni – sono avvenuti in tre momenti differenti: l’1, l’11 e il 20 giugno. “Sono otto i casi riscontranti di infezione – ha spiegato Angelantoni – e non sono avvenuti tutti in contemporanea. I tre anziani deceduti avevano gravi patologie di base, pertanto possiamo affermare che non vi sia rapporto diretto tra la morte e l’infezione”. Le cause della morte, secondo quanto affermato dai direttori, sono chiare e precise e “per questo motivo non si è disposto alcun riscontro diagnostico-autoptico”.

Videolina

 

Isili, è allarme per un batterio in corsia Reparto medicina chiuso nel weekend

spelo No Comments

foto ospedale di isiliEmergenza al reparto di medicina dell’ospedale San Giuseppe di Isili a causa della presenza di un batterio.

Nel più importante presidio sanitario del Sarcidano e della Barbagia di Seulo ci sono stati cinque casi diClostridium difficile, un batterio che vive nell’intestino. Cinque i casi accertati e duie i giorni di chiusura decisi per la disinfestazione del reparto: la Direzione sanitaria conta infatti di chiudere il reparto sabato e domenica e assicura: “Situazione è sotto controllo”. Il sindacato degli Infermieri però protesta: “Hanno sottovalutato rischi e pericoli”.

Leggi l’articolo completo di Francesco Pintore, con tutti i dettagli della notizia qui

POLICLINICO PROTESTANO GLI INFERMIERI DEL NurSind

spelo No Comments

infermiere-150x150

Il sindacato lamenta carenza negli organici: “manca il personale i nostri appelli sono rimasti senza risposta”

Gli appelli della Direzione aziendale, finora, sono serviti a poco ma gli infermieri del NurSind rilanciano, non demordono e rilanciano la vertenza per le carenze degli organici. Christian Cugusi rappresentate Rsu dell’azienda ospedaliera universitaria di Cagliari, componente del Direttivo provinciale del sindacato infermieristico ha diffuso una nota proprio alla viglia di uno dei momenti più delicati dell’anno, il periodo in cui molti lavoratori vanno in ferie.

“C’è una carenza delle dotazione organiche di infermieri – sottolinea  Cugusi – in modo particolare nel presidio ospedaliero di Monserrato, soprattutto nelle unità operative Blocco M,  G e C”.  Secondo il sindacalista la mancanza di personale condiziona negativamente tutta l’organizzazione del lavoro “porta un sovraccarico di lavoro con conseguente stress psico-fisico e possibilità che si verifichino eventi avversi – aggiunge Cugusi – insomma una situazione di continua emergenza che porta all’erogazione di una assistenza infermieristica inadeguata”. il Rappresentante del Nursind ricorda, inoltre,  che anche quest’anno bisogna fare i conti con i problemi nella definizione dei turni di ferie: “ Più volte ho denunciato la situazione alla Direzione generale ma senza ottenere risposte concrete. Si limitano a scaricare le responsabilità sui Direttori di dipartimento che a loro volta fanno lo stesso con i coordinatori. E il personale continua a lavorare in emergenza”.

L’Unione Sarda del 17/06/2014 pag. 36

Il SI’ del Governo alla Riforma della PA

spelo No Comments

da IL QUOTIDIANO SANITA’Lo ha annunciato il premier nel corso della conferenza stampa al termine del CdM. Per la Pubblica Amministrazione verrà dimezzato anche il monte ore dei permessi sindacali. Approvati, inoltre, due decreti legge: uno su ambiente e agricoltura, l’altro relativo alle misure per competitività e semplificazione contenente i fondi che faranno incrementare le borse di specializzazione in medicina dalle attuali 3.300 a 5.000.

“Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge delega sulla Pubblica Amministrazione. Non si rimettono apposto le Prefetture o le Camere di commercio per decreto. Si tratta di un documento di 44 punti che servirà a fare un importante passo in avanti”. Lo ha spiegato il premier, Matteo Renzi, intervenendo alla conferenza stampa a margine del Consiglio dei Ministri.

Renzi, spiegando che il testo sulla Pubblica Amministrazione verrà presentato nei prossimi giorni dal ministro Marianna Madia, ha anticipato che l’obiettivo della riforma sarà quello di un ricambio generazionale: “Vogliamo creare 15.000 posti di lavoro con la modifica dell’istituto del trattenimento in servizio, dimezzeremo anche il monte ore dei permessi sindacali”.

Il CdM ha poi approvato anche altri due decreti legge: uno riguardante l’ambiente e l’agricoltura, l’altro relativo alle misure per la competitività e la semplificazione. In particolare, Renzi ha sottolineato come in quest’ultimo viene ratificato il passaggio del numero delle borse di specializzazione in medicina dalle attuali 3.300 a 5.000.

 Per maggiori informazioni sulla bozza del provvedimento CLICCA QUI 

______________________________________________________________________________________

da IL SOLE 24 ORE SANITA’ : Riforma Pa: fondi per le scuole di specializzazione, possibilità di prescrivere fino a sei pezzi sulle ricette per i cronici, nessun obbligo di assicurazione per i medici

 

Arrivano 6 milioni per il 2014 e 42 milioni dal 2015 per le borse di studio per le scuole di specializzazione medica (ogni borsa vale in media 25mila euro, sarebbero quindi 240 borse in più per il 2014 e 1.680 circa per gli anni successivi) che tornano così a 5mila dalle 3.300 a cui si erano ridotte già da quest’anno. A prevederlo è un articolo della bozza del decreto legge «Misure urgenti per la semplificazione e per la crescita del Paese» che con la delega al Governo per la riforma della Pubblica amministrazione approvato dal Consiglio dei ministri.

Lo stesso articolo prevede l’applicazione anche alle scuole di specializzazione medica della procedura prevista dalla legge 183/2011: «Per la partecipazione ai concorsi per il reclutamento del personale dirigenziale delle amministrazioni pubbliche … è dovuto un diritto di segreteria, qualecontributo per la copertura delle spese della procedura», da cui la legge originaria escludeva il Ssn. E si precisa che l’importo massimo chiesto a ciascun candidato non può comunque superare i 100 euro, tutte risorse che contribuiranno a rimpinguare le casse del Miur – oltre ad altre modalità per la copertura degli oneri – per le procedure legate alle prove di ammissione.

Responsabilità medica
Nel decreto c’è anche una sopresa: l’abrogazione definitiva dell’obbligo di assicurazione per i medici, che scatterebbe, dopo la proroga di due anni alle previsioni della legge Balduzzi, ad agosto 2014. All’assicurazione ci penseranno altre previsioni normative ad hoc per il settore

Più prescrizioni per i cronici
Altra novità “sanitaria” nel testo del decreto è la possibilità di prescrivere per i cronici medicinali fino a sei pezzi per ricetta. Purché questi siano utilizzati dal paziante da almeno sei mesi. E in questo caso la ricetta non può comunque superare i 180 giorni. A stabilirlo è un articolo del capitolo semplificazioni dell’ultima bozza del decreto legge «Misure urgenti per la semplificazione e per la crescita del Paese» che con la delega al Governo per la riforma della Pubblica amministrazione approda tra poco al Consiglio dei ministri.

Dopo 40 anni di lavoro tutti in pensione
Nel decreto poi si prevede l’applicazione anche alla dirigenza medica della previsione della legge 133/2008 che «nel caso di compimento dell’anzianità massima contributiva di 40 anni del personale dipendente, le pubbliche amministrazioni … possono risolvere, fermo restando quanto previsto dalla disciplina vigente in materia di decorrenze dei trattamenti pensionistici, il rapporto lavoro con un preavviso di sei mesi».

Niente incarichi dirigenziali se si è in pensione
E sempre in materia di pensioni, il decreto prevede il divieto alle pubbliche amministrazioni di conferire incarichi dirigenziali o cariche in organi di governo a soggetti già in pensione. Una norma questa che potrebbe mettere non pochi bastoni tra le ruote nelle nomine dei direttori generali.

Limiti al tempo determinato
Altra previsione è la fissazione al limite del 10% dei contratti a tempo determinato per la dirigenza regionale, e la dirigenza professionale, tecbica e amministrativa degli enti e delle aziende del Ssn.

 

 

Dal 2011 è “Disoccupazione Infermieristica”!!!

spelo No Comments

Dal 2011 è “Disoccupazione Infermieristica”!!!

Mancano 60.000 infermieri nel Ssn ma 25.000 sono disoccupati

53% dei neolaureati non lavora.disoccupazione_infermieristica_2014

Gli ospedali ne hanno sempre più bisogno ma il Servizio Sanitario Nazionale non può permetterseli.
Nonostante in Italia manchino, secondo dati Ocse, oltre 60.000 infermieri, ben 25.000 non riescono a trovare lavoro, tanto che ben il 53% dei giovani laureati dal 2011 a oggi, è disoccupato. A dirlo sono i risultati preliminari di un’indagine del Centro Studi del sindacato di settore Nursind, resi noti in occasione della festa internazionale dell’infermiere che si celebra domani. Il divario tra il nord e il resto del Paese lascia pensare a una qualità di assistenza diversa e lasituazione, confermano i dati, peggiora nel tempo.

Dal 2003 al 2007 hanno trovato lavoro entro l’anno il 90% dei laureati. Percentuale che scende fino a raggiungere il 65% nel 2012. Quello della disoccupazione giovanile infermieristica “è un paradosso – spiega Donato Carrara della direzione nazionale Nursind – perché effettivamente mancano nel sistema queste unità e chi è attivo dentro iservizi è sottoposto a carichi di lavori pesanti per compensare tagli e carenze”. Il lavoro che si trova, inoltre, dal 2011 è sempre più spesso precario, part time o a tempo determinato. Mentre ad assumere, se prima era il pubblico impiego, dal 2010 in poi, con il blocco del turn over, sono andate crescendo le assunzioni da parte di cooperative e società di somministrazione del lavoro. D’altronde il pubblico impiego è un eldorado, tanto che ben il 68% degli intervistati ha partecipato a più di un concorso. Non c’è da stupirsi che dopo la fuga dei ricercatori, in Italia si assista alla fuga degli infermieri. “Mentre fino a qualche anno fa l’Italia era costretta a importare infermieri da altri paesi per far fronte alla carenza nelle strutture sanitarie, oggi – per Andrea Bottega Segretario Nazionale Nursind – sono gli infermieri italiani ad emigrare per trovare lavoro”.

10 maggio 2014 – Ob. Formativo sistema ECM

spelo 2 comments

PARLARE IN PUBBLICO  ED ESSERE CONVINCENTI

Posti disponibili: 100
Destinatari del corso: Tutte le professioni sanitarie

Galleria fotografica corso formativo

___________________________________________________________________________________________

Slides Corso formativo  PARLARE IN PUBBLICO  ED ESSERE CONVINCENTI (Disponili fino al 27 maggio 2014)

Prima parte da pag. 1 a pag. 147

Seconda parte da pag. 148 a pag. 293 

_________________________________________________________

Vai al volantino

 

Archivi

Open chat
Benvenuto nel canale whatsapp NursindCagliari