La carenza cronica del personale mette a rischio il sistema
«La nostra battaglia sindacale è una battaglia che riguarda tutti. La salute e le buone cure sono un diritto primario di ogni persona e di ogni cittadino. Per noi riuscire a mettere insieme tutte le parti intorno a un tavolo per discutere dei gravi problemi che riguardano il settore infermieristico in tutta l’isola è un primo passo». Parole di Fabrizio Anedda, coordinatore regionale del NurSind, al termine della tavola rotonda di ieri in Prefettura a Cagliari.
Politica assente
«Con grande rammarico abbiamo notato la pesante assenza della parte politica, come quella del presidente della Regione Christian Solinas e dell’assessore alla Sanità Mario Nieddu, ai quali avevamo rivolto l’invito a presentarsi al tavolo di conciliazione. Un’assenza che riteniamo pesante e indicativa della scarsa attenzione che si sta prestando alle rivendicazioni della categoria, e di conseguenza ai pazienti».
Stato d’agitazione
Il sindacato già da qualche settimana ha annunciato lo stato d’agitazione dei lavoratori e in una nota sottoposta all’attenzione della Giunta regionale e del Prefetto Bruno Corda sottolinea come la carenza di personale infermieristico, ostetrico e di supporto, con conseguente incongruo rapporto tra operatori e utenza che colpisce l’intera Sardegna, metta a rischio sia la salute del paziente ricoverato sia la buona riuscita di un intervento. «Per dare una idea concreta del problema, lo si può tradurre in un pratico esempio numerico: se per legge il rapporto dovrebbe essere 1 a 6, ovvero un operatore sanitario ogni sei pazienti, in Sardegna si toccano picchi di 1 a 25», ha sottolineato Anedda.
Protesta in piazza
«L’incontro di oggi non ha prodotto i risultati minimi sperati – ha detto Fausta Pileri, componente del direttivo nazionale NurSind e vicecoordinatore sarda – pertanto abbiamo intenzione di mobilitare tutto il personale infermieristico sanitario, con l’obiettivo di informare gli utenti sul progressivo declino del sistema sanitario, fanalino di coda in Italia per quanto attiene i livelli essenziali di assistenza. Oggi stesso ci riuniremo per prendere le decisioni sul prossimo futuro: non saremo complici di questo immobilismo politico e amministrativo, e se necessario scenderemo in piazza a manifestare per un diritto collettivo».
Francesca Melis
Lo stato di agitazione andrà avanti. Fumata nera in Regione. L’incontro del 29/01/2020 in prefettura non ha prodotto i minimi risultati sperati. Gli Infermieri Sardi in rivolta e ignorati dalla Regione, S.O.S. posti letto e aggressioni negli ospedali.
“Oggi siamo venuti qui in Prefettura, e per noi è un primissimo passo essere riusciti a mettere insieme almeno tutte le parti intorno a un tavolo, per discutere dei gravi problemi che riguardano il settore infermieristico in tutta l’isola. Con grande rammarico abbiamo notato la pesante assenza della parte politica, come quella del Presidente della Regione Solinas e dell’assessore della Sanità Nieddu, al quale avevamo rivolto l’invito a presentarsi oggi al tavolo di conciliazione. Una assenza che riteniamo pesante e indicativa della scarsa attenzione che si sta prestando alle rivendicazioni della categoria, e di conseguenza ai pazienti”. A dirlo, a margine della tavola rotonda in Prefettura è il coordinatore regionale del NurSind, Fabrizio Anedda “che fa notare le gravi condizioni per cui un infermiere deve assistere, talvolta con un rapporto di uno a venticinque. Così non si può chiamare assistenza infermieristica. I problemi, inoltre, potrebbero aumentare con l’uscita del personale che andrà in pensione con la quota 100. Il sindacato delle Professioni Infermieristiche. NurSind, si rivolge agli organi politici e vertici generali chiedendo di porre in essere azioni tendenti a migliorare l’assistenza infermieristica”.
Alcune delle richieste. Nella nota dei rappresentanti sindacali si evidenzia una situazione ormai al collasso, che mette – sottolineano – a serio rischio la salute del paziente ricoverato e può compromettere la buona riuscita di un intervento. Tutto questo è dovuto, in estrema sintesi alla lamentata grave carenza di personale che riguarda l’intera Sardegna.
Nella nota si legge infatti della persistente carenza di personale infermieristico, ostetrico e di supporto, con conseguente incongruo rapporto tra operatori e utenza. “Per dare una idea concreta del problema, lo si può tradurre in un pratico esempio numerico: se per legge il rapporto dovrebbe essere 1 a 6, ovvero un operatore sanitario ogni sei pazienti, in Sardegna si toccano picchi – in certe unità operative – di 1 a 25”, ha dichiarato Anedda.
Si legge ancora nella nota della mancanza della figura dell’OSS in tutti i turni di servizio, e in tutte le unità operative, la carenza di personale turnista. “Questo accade perché la differenza di stipendio – ho proseguito il coordinatore del NurSind – non incentiva a coprire le ore notturne. Ed esiste anche una mancata applicazione dello straordinario per servizio prestato durante le festività infrasettimanali, e le mancate corrette procedure di mobiltà per l’avvicinamento dei lavoratori al luogo di residenza. Si sottolinea ancora e inoltre l’inaccettabile utilizzo dei posti letto, che sono eccedenti rispetto agli accreditamenti strutturali e un gravissimo fenomeno delle aggressioni nei confronti del personale sanitario”.
Vedi edizione TGR “Regione Sardegna” del 29/01/2020 h. 14.00. minuto 10.40 qui
Gentili colleghi,
Considerate le molteplici problematiche che attanagliano i colleghi in tutte le realtà sanitarie, in data di ieri, 13- 01 – 2020, abbiamo inviato al Prefetto di Cagliari, la proclamazione dello stato di agitazione dell’intera regione infermieristica Sarda. Tanti sarebbero i motivi della nostra contestazione e per descrivere in analitico i riflessi che gli stessi hanno sullo stato d’animo dei dipendenti del SSR non basterebbe un libro intero. Soprattutto nel rispetto e salvaguardia dei nostri concittadini utenti, ma anche a difesa dello spirito di abnegazione dei dipendenti del SSR, abbiamo riassunto le principali e trasversali ragioni che ci hanno indotto a minacciare la mobilitazione degli Infermieri e operatori sanitari sardi, riassumendole nei punti che di seguito riportiamo:
1. Persistente carenza del personale Infermieristico ostetrico e di supporto, con conseguente incongruo rapporto tra operatori e utenza e rischio violazione D.Lgs. 81/2008;
2. Mancata previsione della figura dell’OSS in tutti i turni di servizio e in tutte le UU.OO. che ancora ne sono sprovviste;
3. Carenza di personale turnista h 24 e disomogeneità di interventi risolutivi e incentivanti;
4. Mancata applicazione di corrette procedure di mobilità, affinché al personale sia garantito l’avvicinamento al luogo di residenza .
5. Rispetto dell’art. 60 c. 2 CCNL 2016/18 , inerente il Rapporto di lavoro a tempo parziale. Gli Infermieri sono stanchi di mendicare una forma di rapporto di lavoro previsto dal contratto di lavoro e vedersi sistematicamente negata questa possibilità per i perenni motivi correlati all’esigenza di servizio o a carenza di personale! Le Infermiere sono anche delle madri oltre che a produttrici di salute pubblica! -;
6. Corretta applicazione del D.Lgs 66/2003, Siamo stanchi/e di essere trattati come lavoratori di serie B!;
7. Utilizzo improprio dell’istituto delle pronte disponibilità spesso adoperato per compensare la carenza di organico;
8. Retribuzione eccedenza oraria storicizzata, o tempi certi di fruizione in recupero addirittura ci viene rivolta la minaccia di decurtazione delle ore lavorate e mai fatte recuperare!;
9. Mancato computo e riconoscimento del tempo vestizione/consegne previsto dal CCNL art. 27 commi 11 e 12; 10. Attuazione e fruibilità dei Piani formativi annuali, gran parte dei turnisti non riesce ad ottenere i permessi previsti dal CCNL per dedicare tempo all’aggiornamento obbligatorio, poiché va coperto il turno di servizio istituzionale! ;
11. Condizioni assistenziali presenti nei vari PP.OO. della regione, inaccettabili, conseguenti all’utilizzo di letti in numero eccedente gli accreditamenti strutturali;
12. Incremento misure di protezione per arginare il fenomeno delle aggressioni nei confronti del personale sanitario;
13. Mancata definizione Atto Aziendale AREUS e diritti conseguenti ed erronee procedure di reclutamento personale. Nessun diritto d’opzione per chi ne avrebbe diritto ed elusione di logiche meritocratiche implicitamente conseguenti alla gestione di scorporo per costituzione di nuove aziende.I LAVORATORI NON SONO PEDINE IN UNA SCACCHIERA! ;
14. Mancata applicazione degli articoli 6 e 86 comma 6 lettera b del CCNL 2016 – 2018, estensioni di indennizzo ottenute tramite contratti locali rappresentavano una giusta compensazione per quei lavoratori che svolgono attività critiche, ebbene, la lungimiranza budgetaria ha soppresso anche il buon senso…;
15. Mancata applicazione riconoscimento dello straordinario per servizio prestato durante le festività infrasettimanali di cui all’’ART. 29 c. 6- ci spiegassero perché i dipendenti turnisti dovrebbero lavorare dei turni in più di coloro che non garantiscono il servizio nelle festività nazionali!
I punti sopra riportati, ricalcano esattamente in modo parziale l’espressione presentata Coordinamento Regionale nel documento trasmesso al Prefetto del capoluogo sardo, al Presidente regionale, all’Assessore alla Salute e alla commissione di Garanzia per lo sciopero. La rivendicazione richiama in parole l’urlo di migliaia di Infermieri stanchi di essere ignorati. NOI SIAMO PRONTI A SCENDERE IN PIAZZA E ANCHE SCIOPERARE, SE ANCHE TU VUOI CAMBIARE LE COSE AIUTA CHI OGGI RAPPRESENTA IL TUO REALE DISSENSO! NURSIND E’ STANCO DI ASPETTARE INUTILI PROMESSE, MA IL TUO AIUTO E’ INDISPENSABILE PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI LAVORO UNA VOLTA PER TUTTE!!!!
Per la Segreteria NurSind Cagliari
Fabrizio Anedda
Comunicato Segreteria NurSind qui
Convocazione Prefetto per il 29/01/2020 qui
Si rende noto che l’Azienda ospedaliera G. Brotzu di Cagliari, ha indetto con le seguenti deliberazioni concorsi pubblici, unificati, per titoli ed esami, per la copertura a tempo indeterminato dei posti sotto elencati:
…..omissis
deliberazione n. 2425 del 27 novembre 2019, per la copertura di centosettantanove posti di collaboratore professionale sanitario infermiere, categoria D; di otto posti di collaboratore professionale sanitario infermiere pediatrico, categoria D; di quarantacinque posti di collaboratore sanitario tecnico di radiologia, categoria D; ………..
scad. 19 gennaio 2020
BANDO DI CONCORSO GAZZETTA UFFICIALE 4ª SERIE SPECIALE Anno 160° – Numero 100 QUI
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Se possiedi i requisiti (Godimento di ultima fascia da più di 24 mesi, valutazione performance maggiore di 60/100, assenza provvedimenti Disciplinari superiori alla censura),
L’accorpamento dei reparti di Chirurgia degli ospedali di Isili e Muravera è già realtà. Le proteste e le speranze dei sindaci del Sarcidano e dei comitati dei cittadini che la Regione facesse un dietrofront? Vane. Superate dalla cronaca. Mercoledì sera e ieri mattina due pazienti si sono presentati doloranti al San Giuseppe. Quando gli specialisti hanno contattato l’ospedale Is Mirrionis di Cagliari, si sono sentiti dire che le disposizioni sono chiare: «I pazienti chirurgici che arrivano al Pronto soccorso del Sarcidano dovranno essere trasportati a Muravera».
È stato il personale in servizio a Isili a far presente, in entrambi i casi, che sarebbe stato rischioso per i pazienti obbligarli a un viaggio di quasi due ore fino a Muravera sull’ambulanza: il primo paziente così è stato trasportato a Cagliari, il secondo è rimasto fino al pomeriggio a Isili perché troppo grave.
Le proteste
«Questo è un abuso», ha detto il segretario del Nursind Cagliari Fabrizio Anedda, 48 anni, «non esiste ancora nessuna delibera ufficiale, la chirurgia più vicina è Cagliari». I disagi di questa scelta si stanno ripercuotendo su diversi fronti, in particolare quello della sicurezza del paziente. Il San Marcellino non ha una Rianimazione proprio come il San Giuseppe. Inoltre i tempi di percorrenza aumentano di quasi un’ora rispetto a Cagliari. Una strada difficile e lunga quella che divide i due ospedali e che non rientra nel percorso tracciato in questi anni per salvaguardare la sanità nei territori disagiati. «Ci stanno spostando», ha aggiunto Piera Trogu del direttivo del Nursind, 55 anni, «da un ospedale di zona disagiata a un altro dove non c’è la rianimazione, sono le prime ricadute di questo accorpamento». Se il futuro dovesse essere questo, aumenterebbero i costi per le famiglie, le difficoltà per la popolazione anziana e per il personale.
Il sindaco
«È un disagio enorme per il territorio», ha detto il sindaco di Isili Luca Pilia, 43 anni, «ci hanno sempre detto che i collegamenti dovevano avvenire con un ospedale della grande città, mi auguro si metta presto fine a questa situazione».
Rincara la dose il comitato “Sanità Bene Comune”. «È una grande umiliazione per il Sarcidano Barbagia di Seulo», ha detto il portavoce Luigi Pisci, 37 anni, «passiamo da periferia di un centro a periferia della periferia con conseguenze per la tenuta dei servizi e la qualità della vita di pazienti e familiari, una cannibalizzazione tra ospedali già destinati alla morte».
«Ci può stare una gestione burocratica a distanza», ha detto ancora Anedda (Sursind), ma non quella sostanziale, è uno schiaffo ai cittadini e agli operatori, ci hanno tolto la Chirurgia e ora si aggiunge il pericolo e si scherza con le vite umane».
Sonia Gioia
22/11/2019
Continua pacifica ma determinata la protesta degli infermieri del NurSind per il riconoscimento del pagamento straordinario dei festivi infrasettimanali.
Clamorosa fu quella di dicembre dello scorso anno cui seguì un botta e risposta con l’allora assessore alla sanità Benedetto Arru che non volle metter mano alle ingiuste disposizioni impartite dal suo direttore generale Giuseppe Sechi. Questi, con una specifica direttiva, aveva impartito l’ingiusta sospensione dei pagamenti dei festivi infrasettimanali, proseguita poi impunemente nonostante l’approvazione del nuovo contratto che almeno su questo aspetto, non ammetteva dubbi definendo legittima la retribuzione straordinaria.
Per le sue gesta il dott, Sechi fu anche promosso direttore sanitario presso l’areu Lombardia e ci sarebbe da giurarci, ci aspettiamo che la giusta indennità sia presto sospesa anche in quell’azienda, come abbiamo provocatoriamente paventato….. continua la lettura