LAVORARE IN SICUREZZA…..

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Sentenza favorevole della Corte d’Appello di Trieste in merito alla tassa OPI.

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Coord. Reg. NURSIND – segnalazione gravi criticità in tante UU.OO. delle Aziende Sanitarie sarde.

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Sanità, infermieri sul piede di guerra

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La carenza cronica del personale mette a rischio il sistema

ANEDDA (NurSind): ” L’attuale stato di agitazione non esclude la piazza”

«La nostra battaglia sindacale è una battaglia che riguarda tutti. La salute e le buone cure sono un diritto primario di ogni persona e di ogni cittadino. Per noi riuscire a mettere insieme tutte le parti intorno a un tavolo per discutere dei gravi problemi che riguardano il settore infermieristico in tutta l’isola è un primo passo». Parole di Fabrizio Anedda, coordinatore regionale del NurSind, al termine della tavola rotonda di ieri in Prefettura a Cagliari.
Politica assente
«Con grande rammarico abbiamo notato la pesante assenza della parte politica, come quella del presidente della Regione Christian Solinas e dell’assessore alla Sanità Mario Nieddu, ai quali avevamo rivolto l’invito a presentarsi al tavolo di conciliazione. Un’assenza che riteniamo pesante e indicativa della scarsa attenzione che si sta prestando alle rivendicazioni della categoria, e di conseguenza ai pazienti».
Stato d’agitazione
Il sindacato già da qualche settimana ha annunciato lo stato d’agitazione dei lavoratori e in una nota sottoposta all’attenzione della Giunta regionale e del Prefetto Bruno Corda sottolinea come la carenza di personale infermieristico, ostetrico e di supporto, con conseguente incongruo rapporto tra operatori e utenza che colpisce l’intera Sardegna, metta a rischio sia la salute del paziente ricoverato sia la buona riuscita di un intervento. «Per dare una idea concreta del problema, lo si può tradurre in un pratico esempio numerico: se per legge il rapporto dovrebbe essere 1 a 6, ovvero un operatore sanitario ogni sei pazienti, in Sardegna si toccano picchi di 1 a 25», ha sottolineato Anedda.
Protesta in piazza
«L’incontro di oggi non ha prodotto i risultati minimi sperati – ha detto Fausta Pileri, componente del direttivo nazionale NurSind e vicecoordinatore sarda – pertanto abbiamo intenzione di mobilitare tutto il personale infermieristico sanitario, con l’obiettivo di informare gli utenti sul progressivo declino del sistema sanitario, fanalino di coda in Italia per quanto attiene i livelli essenziali di assistenza. Oggi stesso ci riuniremo per prendere le decisioni sul prossimo futuro: non saremo complici di questo immobilismo politico e amministrativo, e se necessario scenderemo in piazza a manifestare per un diritto collettivo».
Francesca Melis

AVANTI CON LO STATO DI AGITAZIONE – NULLA DI FATTO NELL’INCONTRO IN PREFETTURA DEL 29/01/2020

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Lo stato di agitazione andrà avanti. Fumata nera in Regione.  L’incontro del 29/01/2020 in prefettura non ha prodotto i minimi risultati sperati. Gli Infermieri Sardi in rivolta e ignorati dalla Regione, S.O.S. posti letto e aggressioni negli ospedali. 

“Oggi siamo venuti qui in Prefettura, e per noi è un primissimo passo essere riusciti a mettere insieme almeno tutte le parti intorno a un tavolo, per discutere dei gravi problemi che riguardano il settore infermieristico in tutta l’isola. Con grande rammarico abbiamo notato la pesante assenza della parte politica, come quella del Presidente della Regione Solinas e dell’assessore della Sanità Nieddu, al quale avevamo rivolto l’invito a presentarsi oggi al tavolo di conciliazione. Una assenza che riteniamo pesante e indicativa della scarsa attenzione che si sta prestando alle rivendicazioni della categoria, e di conseguenza ai pazienti”. A dirlo, a margine della tavola rotonda in Prefettura è il coordinatore regionale del NurSind, Fabrizio Anedda “che fa notare le gravi condizioni per cui un infermiere deve assistere, talvolta con un rapporto di uno a venticinque. Così non si può chiamare assistenza infermieristica. I problemi, inoltre, potrebbero aumentare con l’uscita del personale che andrà in pensione con la quota 100. Il sindacato delle Professioni Infermieristiche. NurSind, si rivolge  agli organi politici e vertici generali chiedendo  di porre in essere azioni tendenti a migliorare l’assistenza infermieristica”.

Alcune delle richieste. Nella nota dei rappresentanti sindacali si evidenzia una situazione ormai al collasso, che mette – sottolineano – a serio rischio la salute del paziente ricoverato e può compromettere la buona riuscita di un intervento. Tutto questo è dovuto, in estrema sintesi alla lamentata grave carenza di personale che riguarda l’intera Sardegna.
Nella nota si legge infatti della persistente carenza di personale infermieristico, ostetrico e di supporto, con conseguente incongruo rapporto tra operatori e utenza. “Per dare una idea concreta del problema, lo si può tradurre in un pratico esempio numerico: se per legge il rapporto dovrebbe essere 1 a 6, ovvero un operatore sanitario ogni sei pazienti, in Sardegna si toccano picchi – in certe unità operative – di 1 a 25”, ha dichiarato Anedda.

Si legge ancora nella nota della mancanza della figura dell’OSS in tutti i turni di servizio, e in tutte le unità operative, la carenza di personale turnista. “Questo accade perché la differenza di stipendio – ho proseguito il coordinatore del NurSind – non incentiva a coprire le ore notturne. Ed esiste anche una mancata applicazione dello straordinario per servizio prestato durante le festività infrasettimanali, e le mancate corrette procedure di mobiltà per l’avvicinamento dei lavoratori al luogo di residenza. Si sottolinea ancora e inoltre l’inaccettabile utilizzo dei posti letto, che sono eccedenti rispetto agli accreditamenti strutturali e un gravissimo fenomeno delle aggressioni nei confronti del personale sanitario”.

Vedi  edizione TGR “Regione Sardegna”   del 29/01/2020 h. 14.00.  minuto 10.40   qui

Pochi infermieri, si va verso lo sciopero

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Pochi infermieri, si va verso lo sciopero
Nell’Isola mancano 4500 infermieri. È la principale ragione per cui il NurSind ha proclamato lo stato di agitazione della categoria e minaccia lo sciopero generale.
«Ci sono gravissime carenze di personale infermieristico, ostetrico e di supporto con un conseguente incongruo rapporto tra numero di pazienti e personale sanitario, che potrebbero causare reali rischi per le persone ricoverate», denuncia il coordinatore regionale del Nursind, Fabrizio Anedda, che ha chiesto e ottenuto un incontro in Prefettura a Cagliari per domani alle 11 con l’obiettivo di avviare le procedure di “raffreddamento e conciliazione” della vertenza.
Le ragioni della protesta
Il malessere poggia anche su ragioni di sicurezza, sul mancato riconoscimento e sulla scorretta applicazione di molti istituti contrattuali, sulla mancanza di formazione, sulle aggressioni, sulle carenze strutturali e strumentali, sui difetti sulle retribuzioni, tra le più basse d’Europa e sull’inefficienza della sanità isolana che, sostengono gli infermieri sardi, non rende ai pazienti e ai cittadini i servizi costituzionali per cui si pagano le tasse.
Declino costante
Nel corso di una recente protesta, i rappresentanti del NurSind hanno parlato di una «parabola discendente della sanità sarda che se ancora sopravvive agli innumerevoli e irrisolti atavici problemi, lo deve solo allo spirito di servizio, al senso del dovere e alla inventiva e pazienza di tutto il personale che vi opera». La responsabilità della situazione non viene attribuita solo alla Giunta attuale: «Cambiano i governi, le amministrazioni, gli assessori, i dirigenti. Cambia tutto, tranne l’accelerazione del declino del Servizio sanitario regionale e dell’assistenza al paziente».
L’incontro
Oltre ai vertici sindacali, di tutte le province sarde, al vertice saranno presenti il commissario della Ats Sassari, i direttori generali dell’azienda ospedaliera Brotzu, dell’Areus, dell’Aou di Cagliari e Sassari e l’assessore della Sanità Mario Nieddu. È stato inoltre invitato un rappresentante della commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
 
Fonte:

PROCLAMAZIONE STATO DI AGITAZIONE NURSIND

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Gentili colleghi,

Considerate le molteplici problematiche che attanagliano i colleghi in tutte le realtà sanitarie, in data di ieri, 13- 01 – 2020, abbiamo inviato al Prefetto di Cagliari, la proclamazione dello stato di agitazione dell’intera regione infermieristica Sarda. Tanti sarebbero i motivi della nostra contestazione e per descrivere in analitico i riflessi che gli stessi hanno sullo stato d’animo dei dipendenti del SSR non basterebbe un libro intero. Soprattutto nel rispetto e salvaguardia dei nostri concittadini utenti, ma anche a difesa dello spirito di abnegazione dei dipendenti del SSR, abbiamo riassunto le principali e trasversali ragioni che ci hanno indotto a minacciare la mobilitazione degli Infermieri e operatori sanitari sardi, riassumendole nei punti che di seguito riportiamo:

1. Persistente carenza del personale Infermieristico ostetrico e di supporto, con conseguente incongruo rapporto tra operatori e utenza e rischio violazione D.Lgs. 81/2008;

2. Mancata previsione della figura dell’OSS in tutti i turni di servizio e in tutte le UU.OO. che ancora ne sono sprovviste;

3. Carenza di personale turnista h 24 e disomogeneità di interventi risolutivi e incentivanti;

4. Mancata applicazione di corrette procedure di mobilità, affinché al personale sia garantito l’avvicinamento al luogo di residenza .

5. Rispetto dell’art. 60 c. 2 CCNL 2016/18 , inerente il Rapporto di lavoro a tempo parziale. Gli Infermieri sono stanchi di mendicare una forma di rapporto di lavoro previsto dal contratto di lavoro e vedersi sistematicamente negata questa possibilità per i perenni motivi correlati all’esigenza di servizio o a carenza di personale! Le Infermiere sono anche delle madri oltre che a produttrici di salute pubblica! -;

6. Corretta applicazione del D.Lgs 66/2003, Siamo stanchi/e di essere trattati come lavoratori di serie B!;

7. Utilizzo improprio dell’istituto delle pronte disponibilità spesso adoperato per compensare la carenza di organico;

8. Retribuzione eccedenza oraria storicizzata, o tempi certi di fruizione in recupero addirittura ci viene rivolta la minaccia di decurtazione delle ore lavorate e mai fatte recuperare!;

9. Mancato computo e riconoscimento del tempo vestizione/consegne previsto dal CCNL art. 27 commi 11 e 12; 10. Attuazione e fruibilità dei Piani formativi annuali, gran parte dei turnisti non riesce ad ottenere i permessi previsti dal CCNL per dedicare tempo all’aggiornamento obbligatorio, poiché va coperto il turno di servizio istituzionale! ;

11. Condizioni assistenziali presenti nei vari PP.OO. della regione, inaccettabili, conseguenti all’utilizzo di letti in numero eccedente gli accreditamenti strutturali;

12. Incremento misure di protezione per arginare il fenomeno delle aggressioni nei confronti del personale sanitario;

13. Mancata definizione Atto Aziendale AREUS e diritti conseguenti ed erronee procedure di reclutamento personale. Nessun diritto d’opzione per chi ne avrebbe diritto ed elusione di logiche meritocratiche implicitamente conseguenti alla gestione di scorporo per costituzione di nuove aziende.I LAVORATORI NON SONO PEDINE IN UNA SCACCHIERA! ;

14. Mancata applicazione degli articoli 6 e 86 comma 6 lettera b del CCNL 2016 – 2018, estensioni di indennizzo ottenute tramite contratti locali rappresentavano una giusta compensazione per quei lavoratori che svolgono attività critiche, ebbene, la lungimiranza budgetaria ha soppresso anche il buon senso…;

15. Mancata applicazione riconoscimento dello straordinario per servizio prestato durante le festività infrasettimanali di cui all’’ART. 29 c. 6- ci spiegassero perché i dipendenti turnisti dovrebbero lavorare dei turni in più di coloro che non garantiscono il servizio nelle festività nazionali!

I punti sopra riportati,  ricalcano esattamente in modo parziale l’espressione presentata Coordinamento Regionale nel documento trasmesso al Prefetto del capoluogo sardo, al Presidente regionale, all’Assessore alla Salute e alla commissione di Garanzia per lo sciopero. La rivendicazione richiama in parole l’urlo di migliaia di Infermieri stanchi di essere ignorati. NOI SIAMO PRONTI A SCENDERE IN PIAZZA E ANCHE SCIOPERARE, SE ANCHE TU VUOI CAMBIARE LE COSE AIUTA CHI OGGI RAPPRESENTA IL TUO REALE DISSENSO! NURSIND E’ STANCO DI ASPETTARE INUTILI PROMESSE, MA IL TUO AIUTO E’ INDISPENSABILE PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI LAVORO UNA VOLTA PER TUTTE!!!!

Per la Segreteria NurSind Cagliari

Fabrizio Anedda

 

Comunicato Segreteria NurSind qui

Convocazione  Prefetto per il 29/01/2020 qui

AOBrotzu – deliberazione n. 2255 del 29 ottobre 2019, integrata con deliberazione n. 2425 del 27 novembre 2019, per la copertura di centosettantanove posti di collaboratore professionale sanitario infermiere, categoria D

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Si rende noto che l’Azienda ospedaliera G. Brotzu di Cagliari, ha indetto con le seguenti deliberazioni concorsi pubblici, unificati, per titoli ed esami, per la copertura a tempo indeterminato dei posti sotto elencati:

…..omissis

deliberazione n. 2425 del 27 novembre 2019, per la copertura di centosettantanove posti di collaboratore professionale sanitario infermiere, categoria D; di otto posti di collaboratore professionale sanitario infermiere pediatrico, categoria D; di quarantacinque posti di collaboratore sanitario tecnico di radiologia, categoria D; ………..

scad. 19 gennaio 2020

BANDO DI CONCORSO GAZZETTA UFFICIALE 4ª SERIE SPECIALE Anno 160° – Numero 100 QUI

LINK ATTO CONCORSO COMPLETO QUI

AOBrotzu – Selezione interna, per soli titoli, per la progressione economica orizzontale relativa all’anno 2019

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 Bando per PEO (Progressioni Economiche Orizzontali 

Scadenza il 23/12/2019

AZIENDA OSPEDALIERO UNIVERSITARIA DI CAGLIARI – Indizione selezione interna, per soli titoli, finalizzata alla costituzione di una graduatoria per il riconoscimento delle progressioni economiche orizzontali al personale del comparto.

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DELIBERA AOU QUI

BANDO 2019  QUI

SCHEMA ESEMPLIFICATIVO DELLA DOMANDA . doc QUI

Avviso per la partercipazione alla selezione relativa ai passaggi di fascia personale del Comparto dell’Azienda per la Tutela della Salute Sardegna

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Se non l’hai ancora fatto, consulta il sito aziendale alla voce “ALBO PRETORIO“, bando di concorsi e selezioni.
Se possiedi i requisiti (Godimento di ultima fascia da più di 24 mesi, valutazione performance maggiore di 60/100, assenza provvedimenti Disciplinari superiori alla censura),

FAI LA DOMANDA!
consulta l’AVVISO ATS QUI

Scadenza 16/12/2019

Isili – Ospedale, la rivolta dei medici – Non trasportiamo i pazienti a Muravera: è troppo lontano

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L’accorpamento dei reparti di Chirurgia degli ospedali di Isili e Muravera è già realtà. Le proteste e le speranze dei sindaci del Sarcidano e dei comitati dei cittadini che la Regione facesse un dietrofront? Vane. Superate dalla cronaca. Mercoledì sera e ieri mattina due pazienti si sono presentati doloranti al San Giuseppe. Quando gli specialisti hanno contattato l’ospedale Is Mirrionis di Cagliari, si sono sentiti dire che le disposizioni sono chiare: «I pazienti chirurgici che arrivano al Pronto soccorso del Sarcidano dovranno essere trasportati a Muravera».
È stato il personale in servizio a Isili a far presente, in entrambi i casi, che sarebbe stato rischioso per i pazienti obbligarli a un viaggio di quasi due ore fino a Muravera sull’ambulanza: il primo paziente così è stato trasportato a Cagliari, il secondo è rimasto fino al pomeriggio a Isili perché troppo grave.
Le proteste
«Questo è un abuso», ha detto il segretario del Nursind Cagliari Fabrizio Anedda, 48 anni, «non esiste ancora nessuna delibera ufficiale, la chirurgia più vicina è Cagliari». I disagi di questa scelta si stanno ripercuotendo su diversi fronti, in particolare quello della sicurezza del paziente. Il San Marcellino non ha una Rianimazione proprio come il San Giuseppe. Inoltre i tempi di percorrenza aumentano di quasi un’ora rispetto a Cagliari. Una strada difficile e lunga quella che divide i due ospedali e che non rientra nel percorso tracciato in questi anni per salvaguardare la sanità nei territori disagiati. «Ci stanno spostando», ha aggiunto Piera Trogu del direttivo del Nursind, 55 anni, «da un ospedale di zona disagiata a un altro dove non c’è la rianimazione, sono le prime ricadute di questo accorpamento». Se il futuro dovesse essere questo, aumenterebbero i costi per le famiglie, le difficoltà per la popolazione anziana e per il personale.
Il sindaco
«È un disagio enorme per il territorio», ha detto il sindaco di Isili Luca Pilia, 43 anni, «ci hanno sempre detto che i collegamenti dovevano avvenire con un ospedale della grande città, mi auguro si metta presto fine a questa situazione».
Rincara la dose il comitato “Sanità Bene Comune”. «È una grande umiliazione per il Sarcidano Barbagia di Seulo», ha detto il portavoce Luigi Pisci, 37 anni, «passiamo da periferia di un centro a periferia della periferia con conseguenze per la tenuta dei servizi e la qualità della vita di pazienti e familiari, una cannibalizzazione tra ospedali già destinati alla morte».
«Ci può stare una gestione burocratica a distanza», ha detto ancora Anedda (Sursind), ma non quella sostanziale, è uno schiaffo ai cittadini e agli operatori, ci hanno tolto la Chirurgia e ora si aggiunge il pericolo e si scherza con le vite umane».
Sonia Gioia

22/11/2019

COMUNICATO

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Gentili colleghi,
Il giorno 14/11/2019  nella sala conferenze del P.O. Duilio Casula si è svolta l’assemblea dei lavoratori indetta e condotta dall’O.S. NurSind .
Diversi sono stati gli argomenti delucidati in modo magistrale dai componenti RSU  NurSind,  Christian Cugusi, Valentina Bello ,Vitalia Secci e Luca Casula .
Gli stessi argomenti sono stati esposti per mezzo di slides che ponevano in rapporto le materie oggetto di trattativa sindacale decentrata attuale e i riferimenti normativi e contrattuali.
Senza dubbio è stata l’occasione per comprendere gli effetti dell CCNL, le declinazioni di quest’ultimo sui Contratti Integrativi Aziendali, ma soprattutto l’assemblea ha rappresentato l’opportunità per discernere le subdole e talvolta esplicite volontà espresse da parte di altre sigle sindacali riguardo a regolamenti , utilizzo Fondi del comparto, Formazione,  istituti contrattuali ed effetti conseguenti alla carenza del personale .
All’ assemblea, in cui si sono avvicendati differenti partecipanti tra il turno del mattino e del pomeriggio hanno partecipato circa una trentina di colleghi, esclusi ovviamente i componenti del Direttivo Provinciale di Cagliari e i Rappresentanti RSU aziendali. 
Tale assemblea aveva la funzione di render meglio edotti i lavoratori riguardo alle materie contrattuali in applicazione nell’AOU, ma soprattutto definire con quali mezzi e in quale misura contestare alcuni aspetti inerenti i regolamenti e accordi.
Durante l’assemblea è prevalsa la decisione di supportare i rappresentanti RSU NurSind e diffidare l’azienda a cambiare alcuni punti del regolamento sull’attribuzione degli incarichi, inoltre stimolarla a riprendere un corretto confronto su temi oramai trascurati da lungo tempo ( Orario di Servizio; Mensa; PD, P.Aggiuntive; Mobilità interna etc. etc.) 
A questa assemblea ne dovrebbe conseguire una prossima,  dove, in base ai feedback che si otterranno da parte datoriale,  verranno stabilite le azioni da intraprendere a tutela del diritto e maggior tutela dei dipendenti.
 
Un caloroso grazie a coloro che hanno partecipato all’assemblea e soprattutto ai Dirigenti sindacali NurSind dell’AOU che ci hanno erudito sugli sviluppi delle trattative e rappoerti con l’azienda .
 
Saluti 
 
Coordinatore Regionale NurSind Sardegna 
Fabrizio Anedda
 
 

Sanità Sarda – Caos infermieri «Pochi e stressati» “Situazione sempre critica negli ospedali”

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Caos infermieri «Pochi e stressati»

Ricorso continuo allo straordinario, riposi posticipati, turni massacranti, infermieri professionali costretti a fare il lavoro degli operatori socio sanitari con conseguente peggioramento dei livelli di assistenza e allungamento dei tempi di attesa.
È questa la traduzione a livello pratico della preoccupante fotografia scattata nei giorni scorsi dalla Fnopi, la Federazione nazionale degli ordini professionali infermieristici, secondo cui la sanità sarda, per evitare il tracollo, ha già oggi un disperato bisogno di almeno 4540 infermieri, che diventeranno oltre 6000 per effetto dei prossimi pensionamenti legati a quota 100. Una situazione di emergenza che non risparmia gli ospedali cagliaritani.
Situazione grave
«Gli organici sono ridotti al minimo – spiega Massimo Cinus, sindacalista della Cisl – e si fa fatica a coprire i turni, una carenza generalizzata che riguarda sia gli infermieri che gli operatori socio sanitari, tanto che si arriva spesso a forzare la mano, a volte anche oltre i limiti normativi, per riuscire a coprire i turni nei vari reparti». Eppure, stando ai dati forniti della varie direzioni sanitarie, la situazione non sembrerebbe così drammatica. All’azienda Brotzu per esempio – da cui dipendono gli ospedali San Michele, Microcitemico e Oncologico – la pianta organica prevede 1161 infermieri ed è quasi al completo. Stessa cosa al Policlinico di Monserrato, dove su una dotazione di 591 posti ne risultano vacanti poco più di venti, che peraltro saranno presto coperti con assunzione a tempo determinato in attesa del concorso regionale.
Coperta corta
I numeri però non raccontano tutto. «Si deve guardare alla qualità delle prestazioni – spiega Cinus – spesso ci si nasconde dietro a un dito, sbandierando quelli che in realtà sono i numeri minimi per avere l’accreditamento. Poi però basta che due infermieri si ammalino e il reparto va in affanno». Fabrizio Anedda, coordinatore regionale del Nursind, rincara la dose: «Il problema è che spesso non si tiene conto di spostamenti e pensionamenti e in ogni caso non è alla dotazione organica che bisogna fare riferimento ma al rapporto ottimale di assistenza». Rapporto che secondo lo studio internazionale “Rn4Cast” dovrebbe essere di un infermiere ogni sei pazienti, mentre a Cagliari siamo a uno ogni tredici con picchi di oltre venti.
Le criticità
«Al pronto soccorso del Brotzu, che fa 50mila accessi all’anno, la mattina ci sono tre infermieri per cinque sale più uno al “triage” e due all’osservazione breve», sottolinea Anedda. Gli Oss sono ancora meno: «Due al mattino, due al pomeriggio e uno la notte». Così per il triage «si arriva ad avere un infermiere ogni 40 pazienti, fattore che causa code interminabili». Al Policlinico va poco meglio: qui il rapporto medio, secondo i sindacati, è di uno a 19. Ma la situazione è critica anche nei reparti di Medicina e Chirurgia: al Brotzu, che nonostante 38 posti letto accreditati a volte ospita anche 48 pazienti, la mattina il rapporto medio è di uno a 12, la sera di uno a 17 e la notte di uno a 25. Nella Chirurgia del Santissima Trinità invece, per 28 posti letto ci sono due o tre infermieri e due Oss nel turno diurno, mentre la notte gli infermieri sono di solito due. Sempre a Is Mirrionis, ma in Medicina, la notte ci sono due infermieri per 32 posti letto, cioè uno ogni 16 pazienti (e senza alcun operatore socio sanitario). «Il rapporto ottimale è fondamentale – conclude Anedda – perché è dimostrato che la mortalità aumenta del 10 per cento per ogni punto in più. Non a caso in California hanno stabilito un rapporto ottimale di uno a 5 perché si sono accorti che così si salvano vite e si risparmiano soldi». Diego Murracino, del sindacato Nursing Up, aggiunge: «Nei tre ospedali dell’azienda Brotzu mancano almeno 150 infermieri di cui 60 per i blocchi operatori. Ma la vera emergenza riguarda gli operatori socio sanitari per i quali non c’è all’orizzonte alcun concorso: ne servono almeno 400 per fare il lavoro che oggi viene scaricato sugli infermieri. Questi fanno poi causa per il demansionamento e così l’azienda butta via soldi in avvocati. Per questo è prioritario rivedere i criteri regionali per ampliare le dotazioni degli ospedali, specie per rimediare all’attuale inadeguatezza del numero di Oss che nelle degenze dovrebbero essere più degli infermieri».
Vecchi e stanchi
Un altro aspetto da considerare è infine quello degli operatori che, pur in organico, non possono essere utilizzati nei reparti. «L’età media è ormai di 55 anni e parte degli infermieri non posssono essere adibiti a certe mansioni – ricordano Cinus, Anedda e Murracino – alcuni per limitazioni funzionali certificate, altri perché hanno la 104. Tutto ciò alimenta l’emergenza, anche perché il personale precario, dopo essere stato formato, non viene stabilizzato ma mandato a casa».
                                                                                                                                                                                                                              Massimo Ledda
Martedì  05  Novembre 2019

Sardegna-gilet gialli anche a ferragosto

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Continua pacifica ma determinata la protesta degli infermieri del NurSind per il riconoscimento del pagamento straordinario dei festivi infrasettimanali.

Clamorosa fu quella di dicembre dello scorso anno cui seguì un botta e risposta con l’allora assessore alla sanità Benedetto Arru che non volle metter mano alle ingiuste disposizioni impartite dal suo direttore generale Giuseppe Sechi. Questi, con una specifica direttiva, aveva impartito l’ingiusta sospensione dei pagamenti dei festivi infrasettimanali, proseguita poi impunemente nonostante l’approvazione del nuovo contratto che almeno su questo aspetto, non ammetteva dubbi definendo legittima la retribuzione straordinaria.

Per le sue gesta il dott, Sechi fu anche promosso direttore sanitario presso l’areu Lombardia e ci sarebbe da giurarci, ci aspettiamo che la giusta indennità sia presto sospesa anche in quell’azienda, come abbiamo provocatoriamente paventato….. continua la lettura

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