L’ATS SARDEGNA AVALLA IL REGOLAMENTO RSU PRECLUSIVO VERSO I SUOI COMPONENTI ”SANITARI” DEL COMPARTO SANITA’, VIETANDO LA LORO PRESENZA AI TAVOLI CONTRATTUALI, NONOSTANTE LO STESSO REGOLAMENTO SIA STATO IMPUGNATO IN TRIBUNALE PER LA SUA ASSURDITA’.
EFFETTO: SANITARI SENZA RAPPRESENTANZA RSU!
Carissimi colleghi Sanitari,
In data di ieri si è tenuto un incontro tra le OO.SS., RSU e l’azienda.
Ovviamente, come da prassi che si identifica da se’, tale incontro è rimasto ignoto ai componenti della RSU NurSind.
Tuttavia NurSind ha saputo dell’incontro, dove L’ODG verteva sui Fondi contrattuali e la ripartizione in Progressioni Economiche Orizzontali, nonché, alla ripartizione della Produttività.
Ebbene in tale sede i componenti RSU NurSind hanno comunque cercato di partecipare fino a quando il Presidente RSU ha sollevato una illegittima quanto scortese pregiudiziale riguardo allapresenza dei componenti eletti tra le liste NurSind, i quali si sono presentati legittimamente in qualità di RSU, onorando appunto, il mandato elettivo ricevuto alle elezioni di Aprile.
Il D.G. Vuole la vita facile, si rapporta con coloro i quali gli hanno consentito di far leva su un CCNL pessimo ed esclude chi a suon di ricorsi presentati all’anticorruzione e nei tribunali, gli rammenta che ci sono regole che deve rispettare!?
Purtroppo è cosi, oltre alle rivendicazioni NurSind, il silenzio e le braghe scese……
Nessun altro sindacato si oppone a questa Direzione Aziendale e intanto dopo la firma del pessimo CCNL da parte dei sindacati compiacenti, i lavoratori subiscono condizioni lavorative insopportabili, inottemperanze verso le norme che regolano lo sciopero, straordinario non pagato, tagli alle indennità di turno, mancati pagamenti delle festività infrasettimanali, aumento dei turni di Pronta Disponibilità, demansionamento strisciante, riduzione delle progressioni di fascia, sperequazioni tra le varie ASSL nella distribuzione della produttività, sottrazione di percentuali dei fondi non dovute, mancato equilibrio nell’attribuzione e distribuzione di incarichi, in sintesi, un peggioramento progressivo delle relazioni sindacali corrispondente a minor favore per i lavoratori .
IN VIGENZA DI TAL NEFASTO CCNL SOTTOSCRITTO DA CHI EVIDENTEMENTE SI E’ DIMENTICATO IL PROPRIO RUOLO, CON QUESTA DELEGAZIONE TRATTANTE RSU E QUESTA DIREZIONE AZIENDALE, NON C’E’ DA MERAVIGLIARSI SE GLI STIPENDI VENGONO SISTEMATICAMENTE EROSI NELLE ACCESSORIE E NELLE PROGRESSIONI DI FASCIA.
Oltre al fatto che nessuna risposta è stata data ai rappresentanti dei lavoratori riguardo agli icrementi dei fondi dovuti, cosi nessun conforto è giunto riguardo alle regole sulla mobilità interna a più riprese richieste dal NurSind e dai rappresentanti RSU ad essa afferenti.
L’intenzione del DG è quella di destinare 2/3 di Fondi Fasce e Premialità, oggi unificati dall’art. 81, alla Produttività e 1/3 alle Progressioni Economiche Orizzontali.
Praticamente, si prospetta l’avanzamento di fascia per circa 1500 lavoratori su 12000 circa del comparto, poco più del 10%.
Chiediamo ai lavoratori di riflettere sull’importanza dell’operosità sindacale, la quale di certo non alberga in coloro che oggi contrattano con questa azienda!
24/10/2018
Il sindacato Nursind denuncia una serie di irregolarità nell’elenco degli ammessi al bando dell’Areus per selezionare il personale da impiegare nell’attività di elisoccorso, e minaccia il ricorso al Tar nel caso in cui l’Azienda non dovesse tornare sui propri passi e riaprire i termini della selezione. “Il bando prevedeva parametri di partecipazione molto stringenti e controversi, che hanno indotto tanti a non presentare domanda. Altri hanno ugualmente presentato domanda ma sono stati esclusi”, spiega il coordinatore regionale Fabrizio Anedda. “La grande sorpresa è arrivata dalla lettura degli ammessi al bando pubblicato il 30 gennaio scorso: Indizione selezione per acquisizione, in ambito regionale, di manifestazione di interesse da parte del personale interessato (Dirigenti medici – Collaboratori professionali infermieri) a effettuare attività di elisoccorso in qualità di componente dell’equipaggio HEMS”, precisa Anedda.
“Si è potuta constatare la violazione di tutti i parametri indicati nel bando stesso. Molti risultano aver superato abbondantemente il limite di età di 45 anni, altri non fanno parte delle unità operative indicate nel bando e addirittura qualcuno non è nemmeno dipendente a tempo indeterminato”, continua il responsabile regionale Nursind. “Il bando era riservato al personale medico e infermieristico di tutte le Assl, le aziende ospedaliero universitarie di Cagliari e Sassari, l’azienda ospedaliera Brotzu, le centrali operative 118 di Sassari e Cagliari e tutte le postazioni di automedica del 118. Requisiti indispensabili richiesti nel bando erano l’essere dipendente a tempo indeterminato, non superare il limite di 45 anni, essere in servizio al 118 e lavorare in area critica (medicina e chirurgia d’urgenza, anestesia e rianimazione)”.
Caratteristiche professionali che, secondo il sindacato, non tutti gli ammessi, posseggono, mentre paradossalmente sarebbero stati esclusi candidati di comprovata esperienza che addirittura lavorano già da anni nel servizio di elisoccorso. “Il coordinamento regionale Nursind ha inviato una lettera al direttore generale Areus Lenzotti e all’assessore alla sanità Arru chiedendo l’annullamento della graduatoria o quanto meno la riapertura dei termini per la presentazione delle domande e l’accettazione di quelle escluse senza aver ancora ottenuto riscontro. Il tutto è stato posto all’attenzione di uno studio legale che ha riscontrato ragioni oltremodo sufficienti per promuovere un’azione legale che sta raccogliendo numerose adesioni in tutta la Sardegna”.
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CAGLIARI. Venerdì mattina all’insegna delle proteste di piazza a Cagliari, dove infermieri, insegnanti e personale Ata sono scesi in strada nelle stesse ore. La manifestazione degli infermieri – organizzata dalle sigle sindacali Nursind e Nursing Up in piazza del Carmine in concomitanza con le altre piazze italiane – ha portato nel capoluogo oltre mille professionisti arrivati da tutta la Sardegna per protestare contro la continua carenza di personale e il rinnovo di un contratto nazionale atteso da nove anni e che tuttavia non sembra migliorare le attuali condizioni lavorative. Simboli della protesta una bambola di pezza messa in croce in abiti da infermiera e due scheletri gonfiabili travestiti da infermieri.
In Corso Vittorio Emanuele invece i Cobas hanno radunato tutti gli insegnanti e personale Ata che non sono riusciti a raggiungere Roma per prendere parte alla manifestazione nazionale convocata in mattinata sotto la sede del ministero dell’Istruzione: dai docenti sardi la richiesta della stabilizzazione dei precari e un netto “no” al “miserabile” contratto stipulato nei giorni scorsi dalle sigle sindacali. Il corteo ha poi raggiunto la sede della Direzione scolastica regionale di piazza Galilei.
VIDEO QUI
Sanità, gli infermieri in corteo a Cagliari: “Noi, sottopagati e stremati”
Valentina, infermiera al Policlinico di Monserrato: “Spremuti come limoni, rischiamo di fare errori”
Stefania, infermiera nel caos del Marino: “L’ospedale cade a pezzi sopra le nostre teste”
CAGLIARI. Gli infermieri sardi aderiscono allo sciopero nazionale del 23 febbraio. Tra le ragioni della protesta la carenza di personale che li obbliga a sopportare un carico di lavoro insostenibile e il rinnovo del contratto nazionale, che arriva dopo nove anni.
Dovrebbe esserci un infermiere ogni sei pazienti- ha spiegato Fabrizio Anedda, coordinatore regionale Nursind- tocchiamo punte anche di uno a venti o addirittura venticinque: la carenza d’organico è uno dei motivi principali, ma scendiamo in piazza anche perché dopo 9 anni è stato firmato un nuovo contratto nazionale, ma peggiorativo rispetto al precedente”. ”Non possiamo più tollerare l’indifferenza di governo nei confronti della categoria- ha precisato Diego Murracino dirigente territoriale sindacato Nursing Up- da parte della Regione abbiamo avuto solo promesse ma mai mantenute”. L’appuntamento è in piazza del Carmine il 23 febbraio.
MANIFESTAZIONE A ROMA E CAGLIARI
Chiediamo al Governo di assumere le proprie responsabilità incrementando le risorse a disposizione della contrattazione per dare risposte concrete agli infermieri ed ai professionisti sanitari del comparto, per realizzare provvedimenti strutturali volti al riconoscimento concreto del loro ruolo, del loro elevato profilo formativo e delle loro responsabilità: è necessario finanziare, come già avvenuto per i medici, la RIA del comparto e portare i professionisti sanitari dalla categoria D, dove si trovano, alla categoria DS.
Chiediamo direttive e risorse finalizzate ad una revisione completa del sistema delle indennità, ivi compreso il finanziamento dell’ ex indennità infermieristica di cui all’articolo 40 del CCNL 1999. Non è più accettabile, solo per citare un esempio, che ad un operatore che svolge un turno di lavoro notturno spetti una indennità risibile, poco più di 2 euro all’ora durante il periodo che va dalle 22 alle 6 del mattino.
Chiediamo direttive e risorse finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti del comparto, per i quali deve essere operata una riduzione del debito orario settimanale (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici.
Chiediamo direttive e nuove risorse finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento, sia economico che giuridico, per la valorizzazione delle competenze cliniche e gestionali degli interessati, ivi compresi gli infermieri specialisti e gli esperti in applicazione della Legge 43/06 e per la valorizzazione economico giuridica della funzione di coordinamento.
Chiediamo direttive finalizzate alla detassazione del salario di produttività,come per il privato, ed a dare soluzione al demansionamento della categoria, derivante dal blocco del turn over e dalle mancate sostituzioni del personale a vario titolo assente.
Chiediamo direttive con le quali venga revocato il mandato già conferito all’ARAN, di mettere in discussione le deroghe al riposo minimo continuativo di 11 ore ogni 24 previsto dai regolamenti UE. Gli infermieri ne uscirebbero massacrati e potrebbe essere messa a repentaglio, in talune occasioni, l’assistenza resa al cittadino.
Chiediamo l’impegno del Governo, ad attivare le procedure finalizzate al riconoscimento, nei confronti dei professionisti sanitari del comparto sanità, del diritto di svolgere attività libero professionale, anche con modalità analoghe a quelle già previste per il personale medico.
Chiediamo l’immediata creazione, per il personale “infermieristico e sanitario“della distinta sezione contrattuale prevista dall’art 40 c. 2 del dlgs 30.03.2001 n 165, ricorrendo- allo stato-le condizioni previste dal legislatore.
Chiediamo direttive idonee ed azioni concrete volte a superare l’attuale mancanza di criteri generali, nazionali ed uniformi per la determinazione , in ogni azienda, e per ogni servizio delle dotazioni organiche infermieristiche e delle figure di supporto.
Una lettera dai toni disperati quella inviata alla direzione generale dell’Aou Cagliari da parte del componente rsu NurSind Christian Cugusi, disperati perché in essa si legge tutto lo scoramento di chi non ha paura a segnalare tutte le criticità delle strutture ma non vede al contempo nessun segno di miglioramento, nessuno sforzo verso le soluzioni ed anzi si rammarica di come la situazione stia anzi peggiorando di giorno in giorno di ora in ora.
I temi sono sempre gli stessi, la mancanza di personale che sfiora rapporti paziente infermiere di indicibile pericolosità quale 1/16 e raggiunge soglie inconcepibili in uno stato moderno di 1/50 per operatore socio sanitario. Il demansionamento conseguente non è più un fatto occasionale, qualcosa che in qualche modo si cerca di aggirare ricorrendo alla buona volontà ma diventa così elemento strutturale di una politica aziendale che usa i professionisti in modo improprio decretando il fallimento di qualsiasi buona pratica oltre che esporre l’ente a condanne che nel resto d’Italia stanno rendendo un po’ di giustizia agli infermieri e ai pazienti. E per buona volontà non si può certo intendere l’uso spropositato dell’istituto della reperibilità che da occasionale, diventa elemento di programmazione di turni che non possono essere coperti altrimenti, trasformandosi nella prova provata di carenze organiche croniche.
Sono solo alcune delle tematiche affrontate nell’ennesima denuncia che in questo caso identifica precise responsabilità in capo alla direzione generale e alla dirigenza infermieristica.
“Le sensazioni riscontrate dagli operatori sanitari in questo contesto di abbandono, sono devastanti; senso di inutilità, frustrazione, e sensazione di colpevolezza pervadono il loro animo, quando, nello smontare pensano al paziente lasciato a macerare nelle proprie feci e nelle proprie urine, per ore e ore, al paziente al quale non è stato somministrato il pasto, perché gli OSS e gli infermieri erano impegnati in attività prioritarie, o al paziente che per troppo tempo ha chiamato con il campanello l’operatore senza risposta”.
Un pensiero di sconforto drammatico che non impedisce comunque di ribadire che “gli operatori sanitari il proprio dovere continueranno sicuramente a farlo, talvolta si imporranno dei ritmi insostenibili, si spingeranno oltre le proprie possibilità, come hanno sempre fatto d’altronde, ma sentono che il sistema è al collasso, che ormai i margini di intervento si assottigliano giorno dopo giorno, e per questo essi non vogliono e non devono sentirsi responsabili di una situazione che hanno contrastato con tutti i mezzi”.
L’appello finale è perché “venga ascoltata e presa in considerazione la voce degli operatori sanitari che giorno per giorno si destreggiano tra le imani difficoltà ,ma certi e ben consapevoli di poter dare un importante contributo all’azienda e un importante servizio all’utenza, se messi nelle condizioni di operare adeguatamente con a disposizione gli strumenti e le risorse adeguate”.
Andrea Tirotto