Category : Notizie
Il sindacato Nursind denuncia una serie di irregolarità nell’elenco degli ammessi al bando dell’Areus per selezionare il personale da impiegare nell’attività di elisoccorso, e minaccia il ricorso al Tar nel caso in cui l’Azienda non dovesse tornare sui propri passi e riaprire i termini della selezione. “Il bando prevedeva parametri di partecipazione molto stringenti e controversi, che hanno indotto tanti a non presentare domanda. Altri hanno ugualmente presentato domanda ma sono stati esclusi”, spiega il coordinatore regionale Fabrizio Anedda. “La grande sorpresa è arrivata dalla lettura degli ammessi al bando pubblicato il 30 gennaio scorso: Indizione selezione per acquisizione, in ambito regionale, di manifestazione di interesse da parte del personale interessato (Dirigenti medici – Collaboratori professionali infermieri) a effettuare attività di elisoccorso in qualità di componente dell’equipaggio HEMS”, precisa Anedda.
“Si è potuta constatare la violazione di tutti i parametri indicati nel bando stesso. Molti risultano aver superato abbondantemente il limite di età di 45 anni, altri non fanno parte delle unità operative indicate nel bando e addirittura qualcuno non è nemmeno dipendente a tempo indeterminato”, continua il responsabile regionale Nursind. “Il bando era riservato al personale medico e infermieristico di tutte le Assl, le aziende ospedaliero universitarie di Cagliari e Sassari, l’azienda ospedaliera Brotzu, le centrali operative 118 di Sassari e Cagliari e tutte le postazioni di automedica del 118. Requisiti indispensabili richiesti nel bando erano l’essere dipendente a tempo indeterminato, non superare il limite di 45 anni, essere in servizio al 118 e lavorare in area critica (medicina e chirurgia d’urgenza, anestesia e rianimazione)”.
Caratteristiche professionali che, secondo il sindacato, non tutti gli ammessi, posseggono, mentre paradossalmente sarebbero stati esclusi candidati di comprovata esperienza che addirittura lavorano già da anni nel servizio di elisoccorso. “Il coordinamento regionale Nursind ha inviato una lettera al direttore generale Areus Lenzotti e all’assessore alla sanità Arru chiedendo l’annullamento della graduatoria o quanto meno la riapertura dei termini per la presentazione delle domande e l’accettazione di quelle escluse senza aver ancora ottenuto riscontro. Il tutto è stato posto all’attenzione di uno studio legale che ha riscontrato ragioni oltremodo sufficienti per promuovere un’azione legale che sta raccogliendo numerose adesioni in tutta la Sardegna”.
___________________________________________________________________________________________________________
Category : Notizie
CAGLIARI. Venerdì mattina all’insegna delle proteste di piazza a Cagliari, dove infermieri, insegnanti e personale Ata sono scesi in strada nelle stesse ore. La manifestazione degli infermieri – organizzata dalle sigle sindacali Nursind e Nursing Up in piazza del Carmine in concomitanza con le altre piazze italiane – ha portato nel capoluogo oltre mille professionisti arrivati da tutta la Sardegna per protestare contro la continua carenza di personale e il rinnovo di un contratto nazionale atteso da nove anni e che tuttavia non sembra migliorare le attuali condizioni lavorative. Simboli della protesta una bambola di pezza messa in croce in abiti da infermiera e due scheletri gonfiabili travestiti da infermieri.
In Corso Vittorio Emanuele invece i Cobas hanno radunato tutti gli insegnanti e personale Ata che non sono riusciti a raggiungere Roma per prendere parte alla manifestazione nazionale convocata in mattinata sotto la sede del ministero dell’Istruzione: dai docenti sardi la richiesta della stabilizzazione dei precari e un netto “no” al “miserabile” contratto stipulato nei giorni scorsi dalle sigle sindacali. Il corteo ha poi raggiunto la sede della Direzione scolastica regionale di piazza Galilei.
VIDEO QUI
Sanità, gli infermieri in corteo a Cagliari: “Noi, sottopagati e stremati”
Valentina, infermiera al Policlinico di Monserrato: “Spremuti come limoni, rischiamo di fare errori”
Stefania, infermiera nel caos del Marino: “L’ospedale cade a pezzi sopra le nostre teste”
Category : Notizie
Con l’avvio dell’azienda tutela della salute, la Regione Sardegna ha cercato di avviare un modello di gestione………. continua
Category : Notizie
CAGLIARI. Gli infermieri sardi aderiscono allo sciopero nazionale del 23 febbraio. Tra le ragioni della protesta la carenza di personale che li obbliga a sopportare un carico di lavoro insostenibile e il rinnovo del contratto nazionale, che arriva dopo nove anni.
Dovrebbe esserci un infermiere ogni sei pazienti- ha spiegato Fabrizio Anedda, coordinatore regionale Nursind- tocchiamo punte anche di uno a venti o addirittura venticinque: la carenza d’organico è uno dei motivi principali, ma scendiamo in piazza anche perché dopo 9 anni è stato firmato un nuovo contratto nazionale, ma peggiorativo rispetto al precedente”. ”Non possiamo più tollerare l’indifferenza di governo nei confronti della categoria- ha precisato Diego Murracino dirigente territoriale sindacato Nursing Up- da parte della Regione abbiamo avuto solo promesse ma mai mantenute”. L’appuntamento è in piazza del Carmine il 23 febbraio.
Category : Notizie
MANIFESTAZIONE A ROMA E CAGLIARI
Chiediamo al Governo di assumere le proprie responsabilità incrementando le risorse a disposizione della contrattazione per dare risposte concrete agli infermieri ed ai professionisti sanitari del comparto, per realizzare provvedimenti strutturali volti al riconoscimento concreto del loro ruolo, del loro elevato profilo formativo e delle loro responsabilità: è necessario finanziare, come già avvenuto per i medici, la RIA del comparto e portare i professionisti sanitari dalla categoria D, dove si trovano, alla categoria DS.
Chiediamo direttive e risorse finalizzate ad una revisione completa del sistema delle indennità, ivi compreso il finanziamento dell’ ex indennità infermieristica di cui all’articolo 40 del CCNL 1999. Non è più accettabile, solo per citare un esempio, che ad un operatore che svolge un turno di lavoro notturno spetti una indennità risibile, poco più di 2 euro all’ora durante il periodo che va dalle 22 alle 6 del mattino.
Chiediamo direttive e risorse finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti del comparto, per i quali deve essere operata una riduzione del debito orario settimanale (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici.
Chiediamo direttive e nuove risorse finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento, sia economico che giuridico, per la valorizzazione delle competenze cliniche e gestionali degli interessati, ivi compresi gli infermieri specialisti e gli esperti in applicazione della Legge 43/06 e per la valorizzazione economico giuridica della funzione di coordinamento.
Chiediamo direttive finalizzate alla detassazione del salario di produttività,come per il privato, ed a dare soluzione al demansionamento della categoria, derivante dal blocco del turn over e dalle mancate sostituzioni del personale a vario titolo assente.
Chiediamo direttive con le quali venga revocato il mandato già conferito all’ARAN, di mettere in discussione le deroghe al riposo minimo continuativo di 11 ore ogni 24 previsto dai regolamenti UE. Gli infermieri ne uscirebbero massacrati e potrebbe essere messa a repentaglio, in talune occasioni, l’assistenza resa al cittadino.
Chiediamo l’impegno del Governo, ad attivare le procedure finalizzate al riconoscimento, nei confronti dei professionisti sanitari del comparto sanità, del diritto di svolgere attività libero professionale, anche con modalità analoghe a quelle già previste per il personale medico.
Chiediamo l’immediata creazione, per il personale “infermieristico e sanitario“della distinta sezione contrattuale prevista dall’art 40 c. 2 del dlgs 30.03.2001 n 165, ricorrendo- allo stato-le condizioni previste dal legislatore.
Chiediamo direttive idonee ed azioni concrete volte a superare l’attuale mancanza di criteri generali, nazionali ed uniformi per la determinazione , in ogni azienda, e per ogni servizio delle dotazioni organiche infermieristiche e delle figure di supporto.
Category : Notizie
Una lettera dai toni disperati quella inviata alla direzione generale dell’Aou Cagliari da parte del componente rsu NurSind Christian Cugusi, disperati perché in essa si legge tutto lo scoramento di chi non ha paura a segnalare tutte le criticità delle strutture ma non vede al contempo nessun segno di miglioramento, nessuno sforzo verso le soluzioni ed anzi si rammarica di come la situazione stia anzi peggiorando di giorno in giorno di ora in ora.
I temi sono sempre gli stessi, la mancanza di personale che sfiora rapporti paziente infermiere di indicibile pericolosità quale 1/16 e raggiunge soglie inconcepibili in uno stato moderno di 1/50 per operatore socio sanitario. Il demansionamento conseguente non è più un fatto occasionale, qualcosa che in qualche modo si cerca di aggirare ricorrendo alla buona volontà ma diventa così elemento strutturale di una politica aziendale che usa i professionisti in modo improprio decretando il fallimento di qualsiasi buona pratica oltre che esporre l’ente a condanne che nel resto d’Italia stanno rendendo un po’ di giustizia agli infermieri e ai pazienti. E per buona volontà non si può certo intendere l’uso spropositato dell’istituto della reperibilità che da occasionale, diventa elemento di programmazione di turni che non possono essere coperti altrimenti, trasformandosi nella prova provata di carenze organiche croniche.
Sono solo alcune delle tematiche affrontate nell’ennesima denuncia che in questo caso identifica precise responsabilità in capo alla direzione generale e alla dirigenza infermieristica.
“Le sensazioni riscontrate dagli operatori sanitari in questo contesto di abbandono, sono devastanti; senso di inutilità, frustrazione, e sensazione di colpevolezza pervadono il loro animo, quando, nello smontare pensano al paziente lasciato a macerare nelle proprie feci e nelle proprie urine, per ore e ore, al paziente al quale non è stato somministrato il pasto, perché gli OSS e gli infermieri erano impegnati in attività prioritarie, o al paziente che per troppo tempo ha chiamato con il campanello l’operatore senza risposta”.
Un pensiero di sconforto drammatico che non impedisce comunque di ribadire che “gli operatori sanitari il proprio dovere continueranno sicuramente a farlo, talvolta si imporranno dei ritmi insostenibili, si spingeranno oltre le proprie possibilità, come hanno sempre fatto d’altronde, ma sentono che il sistema è al collasso, che ormai i margini di intervento si assottigliano giorno dopo giorno, e per questo essi non vogliono e non devono sentirsi responsabili di una situazione che hanno contrastato con tutti i mezzi”.
L’appello finale è perché “venga ascoltata e presa in considerazione la voce degli operatori sanitari che giorno per giorno si destreggiano tra le imani difficoltà ,ma certi e ben consapevoli di poter dare un importante contributo all’azienda e un importante servizio all’utenza, se messi nelle condizioni di operare adeguatamente con a disposizione gli strumenti e le risorse adeguate”.
Andrea Tirotto
Category : Notizie
(AGENPARL) – Roma, 25 novembre 2017 – Continua la lotta del sindacato Nursind a tutela dei diritti dei lavoratori. Dove il contratto tace arriva la giurisprudenza.
La segreteria territoriale di Nursind Pescara rende noto che il 22 novembre 2017 è stata depositata l’ordinanza della Corte di Cassazione n. 27799/2017 che si è espressa in merito alla censura dell’ASL di Pescara avverso la sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila che riconosceva al segretario territoriale Nursind, Antonio Argentini, il diritto a vedersi riconosciuti 10 minuti prima e dopo il turno di lavoro per compiere la vestizione/svestizione e prendere le consegne. Quest’ultimo punto è un elemento di novità e specifico della categoria che infatti la Cassazione ritiene “per le funzioni che è chiamata ad assolvere lo scambio di consegne va considerato, di per sé stesso, meritevole di ricompensa economica” sottolineando che in questo modo si è inteso “imprimere a tale attività una nuova rilevanza, accrescendo la dignità giuridica della regola deontologica della continuità assistenziale.”
“Sono particolarmente soddisfatto per l’esito della causa – spiega il segretario Nursind Pescara, Antonio Argentini – che ha visto riaffermato un principio ormai consolidato anche attraverso altri ricorsi vittoriosi per gli infermieri e patrocinati dal sindacato. Il Nursind dimostra di voler parlare con i fatti muovendosi a tutela dei lavoratori anche dove i contratti sono lacunosi. Sappiamo che è sempre più difficile e spesso è l’estrema ratio – continua Argentini – trovare giustizia nelle aule del tribunale, ma in una situazione patologica di blocco della contrattazione e depotenziamento delle relazioni sindacali spesso non ci resta altra strada.”
La causa è stata condotta, dal primo all’ultimo grado, dall’Avv. Carmine Ciofani che ha già positivamente concluso altri ricorsi in corte d’appello con centinaia di infermieri coinvolti dal Nursind.
La segretaria Nazionale nel ribadire l’impegno costante delle proprie strutture a difesa dei diritti degli infermieri, desidera porre in evidenza, in questo particolare momento in cui si sta scrivendo il nuovo contratto di lavoro, la necessità di trovare un riconoscimento di tale tempo proprio nel CCNL al fine di evitare inutili contenziosi che vedrebbero le aziende sanitarie soccombere in giudizio con aggravi di spesa notevoli considerata la prescrizione quinquennale.
Tale tema era già presente nella nostra piattaforma per il rinnovo del CCNL ma ora, con l’ordinanza della Cassazione a favore degli infermieri, la questione ha esiti pressoché certi.
Category : Notizie
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato giunto in redazione della Segreteria NurSind Cagliari che denuncia una situazione comune a tante altre realtà ma pronta ad esplodere da un momento all’altro.
Le carenze strutturali, il volume di afflusso ai reparti incontrollato, la creazione di letti bis e tris e quando questi finiscono, il ricovero dei pazienti in giacigli approssimativi, in ogni luogo disponibile, corridoio, senza la benché minima dotazione assistenziale, espone pazienti e personale infermieristico a rischi inaccettabili. Non è possibile continuare a sopportare situazioni gravi e imbarazzanti ed esporre tutti ad una soglia di rischio così elevata in termini di mancanza di sicurezza, errori, complicazioni, infezioni ed incidenti di ogni ordine e grado che sono sempre possibili quando la sovraesposizione trasforma il lavoro in una guerra per la sopravvivenza. Com’è possibile accettare ricoveri extra soglia di pazienti gravi senza nemmeno la possibilità di poter ricorrere alla banale, quando non salvavita, somministrazione di ossigeno? Quale dignità del ricovero si può garantire in condizioni da accampamento e quali precisione e qualità delle cure si possono erogare se a volte i pazienti in appoggio vengono dimessi senza mai nemmeno essere passati dal reparto di riferimento?
Le soluzioni prospettate tempo addietro si sono rilevate del tutto insufficienti quando hanno trovato applicazione e pare che al momento nessuno abbia ben chiaro come muoversi considerato che al momento, l’unica cosa concreta è stata l’autorizzazione ad ulteriore straordinario notturno che non è dato sapere come dovrebbe risolvere il problema del sovraffollamento.
NurSind Cagliari denuncia tutto questo, per l’ennesima volta e ritiene che sia giunto il tempo di affrontare con serietà e concretezza i problemi denunciati.
La Redazione
Di seguito, il comunicato della Segreteria NurSind Cagliari