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RSU NURSIND – VOTAZIONI 5-6-7 APRILE 2022

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LISTE RSU 2022 NURSIND 

 


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Da tutta l’isola a Cagliari per lo sciopero degli infermieri “eroi dimenticati”: niente soldi e super lavoro

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Sciopero segreterie Nursind dell’isola

28/01/2022

Cagliari – Infermieri, Oss e il resto del comparto sanità della Sardegna ha manifestato questa mattina a Cagliari, con uno sciopero generale di 24 ore, promosso dal Sindacato del NurSind.

La manifestazione si è tenuta a Cagliari, in piazza Ingrao dalle ore 10.30, in zona Consiglio Regionale, per far sentire alla politica la voce di tutte le segreterie NurSind dell’isola.
Erano presenti infatti Fabrizio Anedda, rappresentante per Cagliari, Fausta Pileri per Sassari, Mauro Pintore per la segreteria sindacale di Nuoro, Angela Dessì per Oristano. Ancora Achille Caddeo per Olbia e Marco Zurru per Carbonia.
I rappresentanti sindacali Nursind, insieme al resto dei lavoratori del comparto, hanno sposato le motivazioni nazionali per le quali è stato indetto lo sciopero, e hanno inoltre esteso l’elenco puntato con le criticità specifiche del caso della regione Sardegna.
– Il caso Sardegna, le criticità della sanità isolana. “Con questo sciopero non desideriamo creare ulteriore disagio ai cittadini – hanno detto subito i rappresentanti del NurSind – desideriamo però che tutti sappiano e riconoscano che gli infermieri sono una risorsa fondamentale per tutti i sistemi sanitari del mondo, anche se evidentemente non abbastanza per il nostro Governo e le nostre Regioni. Infatti, il governo Draghi non ha ritenuto di dare alcun segnale di vicinanza agli operatori sanitari (infermieri, ostetriche, OSS, ecc), erogando già da questo mese le risorse stanziate a dicembre 2020. Il personale medico già da un anno ha giustamente ricevuto mezzo miliardo di euro, il restante personale sanitario e sociosanitario ancora attende”.
– Infermieri, assistenza 24 ore. “Lavoriamo con un carico di responsabilità enorme, senza alcun riconoscimento e con gli stipendi più bassi d’Europa. La nostra professione, indispensabile in ogni ambito sanitario, gode di scarsa considerazione ed è intrapresa ormai da pochi, mentre tanti sono coloro che, formatisi nelle nostre Università, migrano all’estero attratti da condizioni di lavoro ed economiche migliori. Vogliamo poter dare ai nostri concittadini un’assistenza di qualità ma abbiamo bisogno di un corretto rapporto infermiere/pazienti e di veder riconosciute e valorizzate le nostre competenze. Vogliamo poter svolgere l’attività libero professionale, superando il vincolo di esclusività di rapporto, e poter avere una carriera professionale che premi le competenze specialistiche”.
– Le modalità della protesta. “Chi di noi può si ferma e sciopera, gli altri garantiranno i servizi essenziali, come sempre. Confidiamo nel fatto che tutti coloro che hanno apprezzato il nostro coraggio e il nostro lavoro durante la prima ondata pandemica possano condividere le ragioni della nostra manifestazione. E’ proprio a loro e ai rappresentanti delle istituzioni, dell’informazione e della società civile che chiediamo un gesto di solidarietà, consapevoli del fatto che migliorare le nostre condizioni di lavoro significhi migliorare l’assistenza per tutti.
La realtà del Sistema Sanitario della Regione Sardegna. “Non riesce a rispondere alle esigenze dei cittadini che subiscono la inadeguata programmazione che causa la riduzione dei posti letto e lo smantellamento dei servizi e presidi periferici. Gli infermieri subiscono l’insufficiente pianificazione di azioni di biocontenimento all’interno delle Aziende, con regole eluse nella forma e nella sostanza nonostante ci troviamo a distanza di circa due anni dall’inizio pandemia. Le procedure di stabilizzazione del personale precario e il concorso pubblico per Infermieri ancora languono tra le lungaggini burocratiche, moltiplicando le lacune organizzative all’interno delle aziende ospedaliere, costrette a comprimere ulteriormente i diritti contrattuali degli Infermieri e trasformando l’emergenza in ordinarietà”.
– “La mobilità e lo spostamento del personale, avviene sempre più arbitrariamente, senza logiche o indirizzi prestabiliti, il demansionamento professionale determina un eccessivo ricorso ai tribunali con sistematica soccombenza delle Aziende che tuttavia persistono inspiegabilmente nel mantenere le loro posizioni. Registriamo inoltre la sistematica riconversione di Unità Operative ordinarie in Unità Operative sub-intensive e/o infettive di fatto, ma senza la formale e doverosa individuazione da parte degli organi Regionali di un nuovo sistema di accreditamento e nuove e coerenti dotazioni organiche con le relative indennità previste dalle vigenti normative. Gli Infermieri sono stati al servizio della popolazione sin dalla prima ondata pandemica, lavorando senza dispositivi di protezione, venendo contagiati, in condizioni di estrema emergenza ma senza avere a tutt’oggi riconosciuta la indennità di malattie infettive.
Su altri istituti contrattuali sono stati siglati accordi mai mantenuti. Siamo stanchi di proclami e belle parole per gli Infermieri, alle quali non seguono atti concreti che ne migliorino la qualità lavorativa e di vita, siamo stanchi di subire la cattiva amministrazione della Sanità Sarda, la quale trova tempo e risorse per nomine, incarichi e lauti incentivi ai singoli dirigenti, ma mai un occhio di riguardo alla salute degli Infermieri e le loro condizioni di lavoro”.

 


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Aou Cagliari, Nursind chiama i Nas: degenti accalcati in corridoi

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Cagliari, 13 gennaio 2022 –

Violazione norme anti COVID -19, decadimento assistenziale per sovraffollamento delle UU.OO. di degenza Medicina Blocco C e blocco M, P.O. Duilio Casula. Richiesta attività ispettiva“.

Si legge questo nelle prime righe della lettera che il Sindacato delle professioni infermieristiche, il NurSind, ha inviato ai Nas dei Carabinieri, all’Ispettorato del Lavoro, allo Spresal (Prevenzione e Sicurezza per il lavoro) e ai Direttori Generali dell’Aou.

“Le Medicine del blocco C e blocco M sono sovraffollate: ci sono ricoverati non solo nei corridoi, ma è anche statoautorizzato il posizionamento del terzo letto nelle stanze di degenza già di dimensioni ridotte, esponendo così i pazienti vulnerabili -per le loro precarie condizioni di salute ed età spesso avanzata – a seri rischi a causa della mancata applicazione delle misure di prevenzione e contenimento alla diffusione del COVID -19. Abbiamo inoltre ritenuto opportuno – ha detto Christian Cugusi, dirigente sindacale del NurSind –segnalare che all’aumento del numero di degenti in queste unità operative, con il contestuale sovraffollamento del reparto e delle camere di degenza – oltre la normale capienza prevista dai criteri di accreditamento- non è ovviamente corrisposto il mantenimento del livello assistenziale, sia in termini di operatori sanitari infermieri e OSS impiegati, che di qualità di servizio fornito”.

 Letti aggiuntivi nei corridoi, medicherie e stanze di degenza

“Si tratta di barelle, ovvero letti sprovvisti di campanello di chiamata, erogatore di ossigeno e aspiratore e di stanza dei servizi igienici. Così – ha proseguito Cugusi – per l’operatore diventa particolarmente complesso fornire interventi di emergenza per mancanza di spazi, che non sono sufficienti per il transito del carrello delle emergenze e per le manovre rianimatorie che, in generale, potrebbero doversi rendere necessarie”.

In queste condizioni assistenziali il NurSind sottolinea anche l’inosservanza, a discapito dei pazienti del diritto alla privacy, e il grave pericolo che correrebbero in caso di evacuazione a seguito di eventi calamitosi, per il sovraffollamento che si è creato e la relativa mancanza di spazi.

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28 gennaio 2022, NurSind dichiara lo sciopero nazionale comparto sanità

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di
La Redazione infermieristica mente
Pubblicato il: 08/01/2022

La misura è colma e la decisione era inevitabile, il 28 Gennaio sarà sciopero nazionale del comparto sanità.

NurSind, lo aveva annunciato da tempo; i tempi lunghi di chiusura del nuovo contratto collettivo nazionale ed il mancato inserimento dell’emendamento alla Legge di Bilancio 2022, che avrebbe dovuto svincolare l’erogazione dell’indennità specifica infermieristica dal rinnovo contrattuale, avevano portato il sindacato a dichiarare lo stato di agitazione, primo passo verso lo sciopero nazionale.

Dichiara Andrea Bottega, segretario nazionale NurSind: “Gli infermieri ancora una volta portano il peso e pagano le conseguenze del disastro organizzativo che si sta delineando, complice l’impennata dei contagi e una buona dose di mancate decisioni. Queste alcune delle ragioni per cui la categoria che rappresento è in stato d’agitazione da novembre scorso e sciopererà in questo mese. Un grido di dolore che non possiamo non far sentire, a maggior ragione dopo che l’esecutivo ha ignorato completamente le nostre istanze in legge di Bilancio”.

La mancata erogazione dell’indennità infermieristica, non è dunque il solo motivo, per cui gli infermieri sciopereranno il 28 gennaio.

La quarta ondata Covid  ancora una volta ha travolto in pieno la gli operatori sanitari: infermieri che da ormai due anni incessantemente, con scarsi presidi, ferie sospese, spostamenti improvvisi di reparti, sovraccarico di lavoro, carenze di personale, si sacrificano per salvare le vite dei nostri concittadini e, attraverso il loro lavoro, sostengono la ripresa economica del Paese e favoriscono la difesa delle libertà, senza nessun riconoscimento economico.

Continua Bottega: “Gli stipendi degli infermieri sono tra i più bassi d’Europa. Molti che già la esercitano si licenziano, stanchi di sacrifici e rischi senza ottenere mai nulla in cambio. Gli infermieri sono professionisti e non missionari volontari. I loro sono obblighi contrattuali, ma devono essere adeguatamente compensati con giusti stipendi e dignitose condizioni di impiego – e conclude – Gli infermieri, che il Covid non l’hanno visto in tv, ma lo hanno affrontato a stretto contatto con le migliaia di persone che non ce l’hanno fatta, chiedevano un segnale concreto di vicinanza da parte delle istituzioni. Non l’hanno avuto, non ci rimane che manifestare il nostro dissenso con lo sciopero di tutto il comparto sanità”.


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CARTA DI IDENTITA’

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E’ da sempre la bandiera di NurSind

Significa che vogliamo che siano unicamente
gli infermieri a rappresentare gli infermieri in ogni
ambito istituzionale pubblico e privato. Per questa
ragione, i nostri iscritti e i candidati nelle liste RSU sono
esclusivamente infermieri. Questa è la vera garanzia
che il sindacato e i suoi dirigenti si occupino,
con competenza e dedizione, delle questioni
infermieristiche.

 

[pdf-embedder url=”http://www.nursindcagliari.it/wordpress/wp-content/uploads/2021/11/cdi-3.pdf” title=”CARTA D’IDENTITA”] Clicca per scaricare l’allegato (android, IOS)

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Leggi  l’opuscolo se non riesci scarica l’allegato su “CARTA D’IDENTITA”


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La previdenza e le pensioni. A cura di Rosario Cutrupia

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Il nostro sistema previdenziale riconosce a tutti i lavoratori il diritto al trattamento di pensione al compimento di una determinata età anagrafica (pensione di
vecchiaia) oppure al possesso di una definita anzianità contributiva (pensione anticipata rispetto a quella di  vecchiaia).
L’anzianità contributiva è rappresentata dal totale dei periodi coperti da contributi, siano essi obbligatori o volontari, figurativi, riscattati o ricongiunti.
In materia di previdenza, molte sono state le modifiche normative che si sono succedute negli ultimi trent’anni. In particolare, i requisiti per andare in pensione sono stati aumentati più volte e per quanto riguarda il calcolo dell’assegno di pensione, gradualmente si passerà dal sistema retributivo a quello contributivo. ……. continua scarica qui


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Nursind: infermieri sottonumero e sottopagati, dopo le manifestazioni il caso in consiglio regionale

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Fabrizio Anedda, coordinatore regionale del sindacato NurSind: “La categoria è allo stremo, ed è stata sottoposta negli anni a tagli di risorse di ogni genere”

“Dopo la manifestazione di fine maggio a Cagliari, da parte di tutte le rappresentanze regionali del NurSind, finalmente qualche forza politica ha deciso di portare il caso dei professionisti della sanità, infermieri e Oss, in Consiglio Regionale – ha detto Fabrizio Anedda, coordinatore regionale del sindacato NurSind – sulla necessità di implementazione del personale e sul riconoscimento salariale per tutti gli operatori che sono stati coinvolti nell’emergenza pandemica. La categoria è allo stremo, ed è stata sottoposta negli anni a tagli di risorse di ogni genere. Siamo contenti che finalmente una delle forze politiche del Consiglio Regionale, ovvero il gruppo del PD, abbia portato in aula la discussione sul tema”.

Interrogazione del gruppo dei consiglieri regionali del PD. “Si legge infatti – ha proseguito Anedda – nella interrogazione consiliare rivolta al Presidente della regione e all’assessore della Sanità, ciò che il nostro sindacato, e non solo, ha sempre chiesto: ovvero di attivare con urgenza interventi per il potenziamento del personale con soluzioni strutturali e con l’inserimento di operatori sanitari, infermieri, Oss e medici specialistici, a tempo indeterminato a partire dall’utilizzo delle graduatorie in vigore e di procedere per la stabilizzazione del personale precario, l’integrazione dei dipendenti che hanno cessato l’attività per raggiunti limiti di età o comunque collocati in pensionamento, la mobilità del personale, la stabilità sulla dotazione dei DPI, la necessità di incentivare la vaccinazione degli operatori”.

Nell’interrogazione si legge anche che “permangano le criticità legate alla mancata istituzione di mense per il personale sanitario, né venga riconosciuto il diritto ai buoni pasto”.
Detto ciò “si riscontra, da parte della Regione Sardegna – scrive il gruppo del PD – il mancato riconoscimento non solo morale ma economico che tutela anche la dignità professionale dei lavoratori. E si ritiene dunque necessario e urgente valorizzare lo straordinario impegno degli operatori sanitari, avendo presente che rappresentano il pilastro fondamentale del sistema sanitario. Si interrogano per questo motivo il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per conoscere: se siano stati valutati e disposti i provvedimenti per il soddisfacimento dei bisogni del comparto; se ritengano ragionevole concordare con il Ministero un aumento dei posti nei corsi di laurea in scienze infermieristiche attivati negli atenei dell’isola, e siano state individuate e a quanto ammontino le risorse previste dalle varie misure governative e quelle regionali, necessarie ad assegnare un riconoscimento economico agli operatori sanitari coinvolti a vario titolo nell’emergenza epidemiologica da Covid-19; se non ritengano necessario attivare le procedure per retribuire i festivi infrasettimanali, secondo quanto previsto dall’articolo 29, comma 6, del CCNL 2016/2018 relativo al personale del comparto sanità; se non si reputi che la contrattazione decentrata nelle aziende sanitarie debba tenere in debito conto delle somme di previste nel summenzionato accordo integrativo”.

Ma non solo: il NurSind ha ripetutamente denunciato come “nonostante ripetute richieste, segnalazioni e pre-intese, la maggior parte delle UO aziendali che hanno svolto e svolgono attività di cura contro il Covid-19, non sono state individuate come UO di terapia infettiva e/o sub intensiva meritevoli del relativo incentivo previsto dai CCNL. Malgrado questo nessun lavoratore ha mai creato disagio, promuovendo scioperi, in una situazione sanitaria delicatissima.

 

 

___________________ leggi la notizia anche su :

www.virgilio.it

 

 

 

 


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ISILI. “PRONTO SOCCORSO AL COLLASSO SENZA IL TURNO DELLA NOTTE” NURSIND SCRIVE AL MINISTRO

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Degrado sanitario per Sarcidano, Barbagia di Seulo e Trexenta

A Isili si può stare male, ma la notte no. Perché il Pronto Soccorso, riferimento del distretto sanitario del Sarcidano, Barbagia di Seulo e Trexenta, garantisce solo due turni su tre: manca il turno notturno (dalle 20 alle 8 della mattina successiva) e dunque la relativa presa in carico per i codici critici che dovessero presentarsi in quella fascia oraria, che saranno così ricevuti, non più dal Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero del San Giuseppe, ma dalla Guardia Medica”. E’ quanto afferma NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che ha scritto una lettera al Ministro e alla Procura.

La situazione del Pronto Soccorso di Isili è arrivata così sul tavolo del Ministro della Salute e all’attenzione della Procura della Repubblica, tramite una missiva inviata dal legale del NurSind. “Da tempo – si legge nella lettera – il Servizio di Pronto Soccorso è garantito solo dalla buona volontà dei tre medici presenti, due strutturati e uno convenzionato, supportati da un paio di medici del 118. La pesante carenza di medici nel Pronto Soccorso di Isili è tale da mettere a rischio l’assistenza in emergenza-urgenza e la continuità dello stesso servizio. La situazione, già critica, si è aggravata in queste ultime settimane estive, perché stanno turnando solo 3 medici, quando invece ne servirebbero almeno 5. I medici in servizio presso il Pronto Soccorso sono talmente pochi, che nonostante stiano facendo l’impossibile, non riescono più a coprire i turni notturni, necessari a garantire l’apertura h 24 del Servizio. Di fronte alla grave disfunzione del Pronto Soccorso isilese, per via della mancanza di personale medico, l’ATS -ASSL Cagliari ha pensato di sopperire alla riduzione del Servizio, attivando “l’ambulatorio di codici minori” e, affidandone la gestione ai medici di Continuità Assistenziale, comunemente conosciuti come Guardie Mediche”.

Le criticità e l’assenza di indicazioni al personale infermieristico. “Nella procedura operativa descritta (nella coms prot. 134/2021 del 16.07.2021) non viene indicato in alcun modo cosa dovrebbero fare gli infermieri del Pronto Soccorso, laddove nei turni notturni si presentassero utenti con necessità di assistenza tempestiva, classificati in codice giallo o rosso, data – come già detto- l’assenza del medico. La procedura, infatti, non definisce il percorso da seguire in caso di accoglienza di pazienti critici che richiedono un accesso immediato alle cure o, comunque, prestazioni non differibili e che, quindi, non dovrebbero essere inviati al medico di continuità assistenziale. Una grave lacuna che sta causando preoccupazioni al personale infermieristico, che si trova in grossa difficoltà a gestire l’assistenza in emergenza-urgenza in una situazione del tutto anomala”.

Alle parole scritte nella lettera dal legale, aggiunge e precisa Fabrizio Anedda, coordinatore regionale del sindacato delle professioni infermieristiche NurSind, che: “gli infermieri del Pronto Soccorso sono di fatto lasciati soli e mandati allo sbaraglio a gestire -è bene ripeterlo, senza la presenza del medico- i casi più critici che si dovessero presentare, senza avere istruzioni chiare sul corretto percorso da seguire. Con la riduzione del Servizio di Pronto Soccorso e, la realizzazione dell’ambulatorio dei codici minori è stato creato un vero guazzabuglio che sta creando gravi criticità al personale infermieristico”.

“Un intero territorio senza assistenza sanitaria. Con il depotenziamento del Servizio di Pronto Soccorso del San Giuseppe, si hanno pesanti ripercussioni sui cittadini non solo di Isili ma di tutto il comprensorio e, quindi, degli abitanti dei circa 30 Comuni del Distretto sanitario del Sarcidano-Barbagia di Seulo e Trexenta. L’assenza di un Pronto Soccorso h 24 crea seri disagi all’utenza di un territorio, caratterizzato tra le altre cose da una viabilità tortuosa e precaria. Tant’è che la cittadinanza e le istituzioni locali – ha concluso Anedda – si sono subito mobilitate per protestare contro la riduzione del servizio e la lesione del pieno diritto alla salute. Ma, a oggi, gli appelli e le proteste non hanno sortito alcun effetto concreto. Per questo motivo abbiamo chiesto alle autorità competenti, locali e nazionali, di intervenire con la massima urgenza e tempestività, per disporre, nell’ambito dei poteri di ispezione e controllo, una opportuna indagine per verificare l’attuale situazione del Pronto Soccorso di Isili e, se siano o meno rispettate le vigenti normative in materia sanitaria e, in particolare, quelle che regolano l’attività del Pronto Soccorso e il corretto esercizio delle professioni sanitarie. Ma ancora e soprattutto, per adottare ogni ulteriore iniziativa volta a riportare il Servizio di Pronto Soccorso alla sua piena funzionalità”. 

 

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Cagliari, l’ira di infermieri e Oss del Brotzu: “Indennità tagliate, non raggiungiamo nemmeno cento euro al mese”

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I turni notturni e festivi? Non son più pagati lo stesso tanto di prima, e allora il personale sanitario del più grande ospedale sardo protesta: “Ci stanno mettendo le mani in tasca, è inaccettabile: vogliono sospendere i pagamenti extra notturni, questo è sbeffeggiarci”. GUARDATE le VIDEO INTERVISTE.

La pandemia del Coronavirus sta finendo, lentamente. Ma, tra i reparti del più grande ospedale della Sardegna, il Brotzu di Cagliari, le emergenze ancora in piedi sembrano essere tante. L’ultima polemica, che ha portato infermieri e Oss a incrociare le braccia, è legata al “taglio degli aumenti per le disponibilità e i turni notturni”. Dai piani dell’opedale sarebbe già arrivato il nuovo piano: meno soldi in busta paga per le ore extra. E la rabbia è tantissima: “Stavamo procedendo con la contrattazione decentrata, che dev’essere migliorativa rispetto a quella nazionale e non peggiorativa. Il commissario straordinario ci ha presentato una bozza d’accordo con la quale vengono messe le mani nelle tasche dei lavoratori, perchè c’è la revoca degli aumenti delle indennità per i turni notturni e le disponibilità”, attacca Gianfranco Angioni dell’Usb, “è inaccettabile, un accordo vergognoso”. Che, per i sindacati, andrebbe infatti ritirato all’istante
 
“No secco dal Nursing Up”, rincara la dose Diego Murracino, “per noi è un’offesa, non si tratta solo di un fatto economico ma anche non accorgersi del sacrificio dei lavoratori che, con la loro professionalità, sostengono la sanità sarda. Ci sentiamo sbeffeggiati, la gestione politica della sanità non va bene e si sta rivelando sempre più un disastro”. Per Fabrizio Anedda del Nursind “gli operatori garantiscono un servizio 24 ore su 24, non si può risparmiare su questo. Tagliare gli indennizzi giustificandosi con l’incapienza del fondo è sbagliato, vadano a cercare i soldi e mantengano gli incentivi. Il 30 per cento dei lavoratori che potrebbero fare tre turni notturni non li fa sia per l’età avanzata sia per il deterrente economico. Non si raggiungono i cento euro mensili di riconoscimento”.

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Brotzu, lavoro notturno e reperibilità a pagamento ridotto: sit-in di protesta di sindacati e operatori

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La denuncia arriva dai dirigenti sindacali del NurSind dell’AOU di Cagliari Christian Cugusi, Valentina Bello e Luca Casula.

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