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NON ABBIAMO MAI VOLUTO ESSERE CHIAMATI EROI O ANGELI, L’ASSISTENZA AI NOSTRI PAZIENTI E’ SEMPRE STATO IL NOSTRO FONDAMENTALE COMPITO IN QUALUNQUE CIRCOSTANZA, MA VOGLIAMO IL RISPETTO CHE OGNI LAVORATORE E CITTADINO IN VIRTU’ DELLA LEGGE DEVE AVERE QUANDO QUEST’ULTIMO RAPPRESENTA UN DIRITTO SANCITO DALLA LEGGE, DAI CONTRATTI E DALLA GIURISPRUDENZA!!
ORA BASTA!!
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Pochi infermieri nel Blocco Q dell’Aou di Cagliari. Stanchi, stremati. È la denuncia del Nursind, sindacato delle professioni infermieristiche. “Carichi di lavoro eccessivi – si legge in una nota -, che coinvolgono la salute di bambini che presentano criticità nei loro primi mesi e anni di vita“. Christian Cugusi, dirigente sindacale del NurSind avverte: “Sono rimasti pochissimi infermieri turnisti, mentre il rapporto infermiere-paziente in patologia neonatale dovrebbe essere di un professionista ogni 2 pazienti, poiché parliamo di neonati che necessitano di un monitoraggio continuo. In questo ultimo mese i problemi si sono acuiti a causa del trasferimento di alcuni colleghi in altri reparti dell’azienda, senza che si sia pensato a un contestuale reintegro”. Il sindacato scende nei dettagli. “È da segnalare con grande disappunto – continua Cugusi – che quattro infermieri durante il turno notturno si trovano a coprire patologia neonatale e nido, inoltre devono farsi carico del pronto soccorso neonatale che si trova all’estero del blocco Q, e intervenire anche in sala parto, che sta sempre all’interno del blocco Q ma in un piano diverso. Come se non bastasse tutto questo, vi è il supporto di un solo Oss la notte per tre strutture: patologia neonatale, nido e terapia intensiva neonatale”. Tutto questo in attesa del cambio della guardia ai vertici dell’azienda. “Siamo senza direttore generale, senza direttore amministrativo e manca anche il direttore sanitario – conclude il sindacato .- In questa situazione è facile cadere in diverse criticità. Chiediamo dunque che queste nomine vengano fatte al più presto”.
Immediata la risposta dell’Aou. “Oggi erano in servizio in terapia intensiva 6 infermieri per 20 bambini ricoverati, quindi un infermiere ogni 3,3 bambini. In patologia neonatale erano presenti 4 infermieri per 14 bambini, quindi un infermiere ogni 3,5. I numeri si commentano da soli e ogni altro commento alle dichiarazioni del Nursind è superfluo”. È la risposta dell’Aou alla denuncia del sindacato sulla carenza di personale nel Blocco Q che – questo il resoconto della sigla – costringerebbe il personale a turni massacranti. “Invece – spiega l’azienda ospedaliero-universitaria – è più utile ricordare che l’Aou di Cagliari ha già fatto partire le lettere di assunzione per 54 infermieri: 40 che prenderanno servizio nei prossimi giorni in diversi reparti dell’azienda oltre a 14 per l’ortopedia”.
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Momenti di paura all’ospedale Sirai di Carbonia, dove un infermiere è stato brutalmente aggredito da un paziente.
E’ accaduto in Psichiatra, durante un trattamente sanitario obbligatorio. Secondo quanto denunciato dal sindacato NurSind, il paziente, arrivato al Sirai con le forze dell’ordine, si è ribellato, ha afferrato una bottiglia e ha colpito l’operatore sanitario al volto. Dopo le medicazioni, l’infermiere, ferito a un occhio, ha avuto una prognosi di sette giorni.
“Una situazione ormai insostenibile per noi”, commenta Marco Zurru, dirigente del NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, e rappresentante Rsu e Rsl. Che aggiunge: “Abbiamo più volte segnalato la realtà nella quale siamo costretti a lavorare: siamo un numero insufficiente di professionisti e siamo impauriti, senza tutele, ripetutamente aggrediti dai pazienti. Abbiamo chiesto più volte che ci venisse assegnata almeno una guardia giurata: niente è stato fatto. Siamo inascoltati. Ieri è avvenuta l’ennesima aggressione ai danni di un infermiere, colpito – durante un TSO – con un violento colpo di bottiglia in faccia, con conseguente trauma al viso e all’occhio e la rottura degli occhiali. Tutto questo è gravissimo, e poteva andare molto peggio”.
“Siamo soli, isolati, e trattiamo pazienti aggressivi – ha proseguito Zurru – siamo anche in piena emergenza Covid e aggiungo che molto personale è andato in pensione, non sostituito. Altri si sono licenziati e altri ancora avevano contratti a tempo determinato. Mi chiedo, dopo tutto questo e tutte le nostre lettere, cosa stia aspettando la dirigenza a intervenire”.
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Pazienti ricoverati in letti bis, nei corridoi e ospitati in altri reparti. Infermieri e operatori socio sanitari in numero insufficiente con un rapporto professionista – paziente e turni insostenibili. Altissimo poi rischio di contagio da Covid-19 per tutti. Le criticità sanitaria delle Unità operative di Medicina d’urgenza e Nefrologia del Brotzu sono state denunciate dal Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, con una lettera indirizzata all’assessorato regionale della Sanità, al commissario dell’Arnas Brotzu e all’attenzione dello Spresal.
“Il reparto di Medicina d’urgenza sta vivendo una situazione di sovraffollamento. Sono presenti infatti 45 pazienti ricoverati a fronte di 38 posti letto accreditati – sottolineano i dirigenti sindacali Fabrizio Anedda, Zaira Anedda e Emilio Fava – inoltre l’Unità operativa ha altri 5 pazienti in appoggio in altri reparti. Di questi 45, 6 non hanno un posto letto in camera di degenza, ma vengono ospitati negli ambulatori del DH, nella medicheria, nella sala ecografia, in un ambulatorio medico e alcuni nei corridoi del reparto”. E ancora: “Nonostante la dichiarata opposizione del personale infermieristico è stato disposto il posizionamento di un letto bis in diverse stanze di degenza, riducendo ulteriormente lo spazio tra un paziente e un altro, facendo si che venga meno la funzionale operatività e la distanza di sicurezza imposta da tutti i protocolli anti Covid. Il cluster di contagi meno di un mese fa non ha insegnato nulla?”.
Capitolo personale. “I caraichi di lavoro sono insostenibili – denuncia il Nursind – un infermiere per 15 pazienti. Criticità soprattutto in Nefrologia e annessa Unità intensiva per trapianti di rene, con un rapporto di infermiere-paziente di 1/10 nei turni diurni e di 1/15 in quello notturno. Stando agli accreditamenti di organico regionali, dovrebbero essere invece rispettivamente di 1/6 (massimo 1/ 9) e di 1/1 ( massimo 1/ 2), con la presenza minima di uno o due oss nel reparto anche durante il turno notturno”. Da qui la richiesta “di immediati controlli e sopralluoghi da parte dei vertici, volti a modificare la situazione attuale e riportarla nei limiti di sicurezza previsti”.
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“Siamo molti soddisfatti del risultato ottenuto grazie alla collaborazione con l’assessorato regionale della Sanità e l’ATS, nella persona del Commissario straordinario Massimo Temussi, per dare vita a un piano vaccinale e di screening della popolazione, in riferimento al Covid 19, su tutto il territorio della Sardegna.
La Regione, dopo un largo confronto con il NurSind – sindacato delle professioni infermieristiche – ha stanziato un finanziamento totale di 6 milioni per le prestazioni aggiuntive degli operatori sanitari che si organizzeranno in 33 team, dislocati in tutti i presidi dell’isola, per lo screening sulla popolazione e per portare avanti il piano vaccinale”.
A dare l’annuncio è Fabrizio Anedda, segretario e coordinatore regionale del sindacato, che ha aggiunto: “in tutta Italia il Governo ha stanziato dei fondi per le prestazioni aggiuntive, era necessario che la Regione Sardegna, in uno stato di emergenza sanitaria dettato dalla pandemia, come questo nel quale siamo costretti da un anno, con una pressione sulle strutture sanitarie e sui professionisti del settore, liberasse e autorizzasse l’uso di questi fondi, che sono peraltro previsti.
L’operazione non era comunque affatto scontata, e in questa occasione il Sindacato può dirsi soddisfatto del risultato raggiunto, in piena collaborazione con assessorato e ATS”.
L’auspicio di Anedda resta quello di mantenere un confronto vivo e proficuo con i vertici della sanità regionale su tutti gli altri temi e criticità ancora irrisolte. “Cito tra le tante – ha concluso il rappresentante del Nursind – il rapporto numero di infermieri e pazienti, e dunque le nuove assunzioni di personale, poiché la sola mobilità non è sufficiente; l’individuazione delle subintensive e il pagamento delle prestazioni nei festivi infrasettimanali”.
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SARDEGNA
Un accordo per rafforzare lo schieramento del personale che sta dando una grande mano all’attuazione del piano regionale di vaccinazioni. L’Ats ha richiesto all’assessorato regionale della Sanità l’autorizzazione per sostenere la spesa delle prestazioni aggiuntive con un aumento delle tariffa oraria per il personale medico e infermieristico, secondo quanto previsto dalla Legge Finanziaria per l’anno 2021 (l.n. 178/2020), impegnato nella somministrazione di vaccini quale misura di contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19.
Con lo scopo di assicurare un servizio rapido e capillare per la somministrazione dei vaccini e procedere spediti nelle diverse fasi programmate dal piano vaccinale, è stato infatti stanziato un fondo in Finanziaria per l’implementazione della vaccinazione per la prima fascia di priorità di accesso.
“Con questo accordo – spiega il commissario straordinario di Ares-Ats Sardegna Massimo Temussi – possiamo riconoscere e incentivare il grande lavoro che medici, infermieri e tutto il personale di comparto adibito al piano vaccinale stanno svolgendo, anche sulla base delle richieste avanzate dalle OSS.
Si tratta di un bel passo avanti e una mano tesa verso la collaborazione fattiva per la realizzazione del piano con l’utilizzo, nel minor tempo possibile, di tutte le dosi disponibili, così da assicurare quanto prima l’immunizzazione delle categorie previste dalle varie fasi del piano”.
L’impegno dei team vaccinali, che saranno composti da 7/8 infermieri, due medici, un oss e 1/2 amministrativi, oltre l’orario di lavoro tramite prestazioni aggiuntive, permetterà quindi di assicurare la copertura vaccinale in tempi relativamente brevi alle categorie previste dal piano, a partire dalla fascia di ultra 80enni, pari a 150mila unità, per un totale di 300mila dosi di vaccino da somministrare.
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La verità raccontata da chi il l’ha combattuto in prima linea.
Eravamo pronti a reggere l’urto della prima ondata?
Abbiamo fatto abbastanza per prepararci alla seconda?
Le fake news, i social, le teorie negazioniste: operatori sanitari, eroi dimenticati.
L’intervista a Fausta Pileri – ostetrica, infermiera, coordinatrice AOU Sassari, segretaria territoriale Nursind e membro del Direttivo Nazionale.
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La Suprema Corte di Cassazione in data 25 gennaio 2021 accoglieva il ricorso presentato dall’avvocato Michele Marra, in rappresentanza del dipendente dell’Aorn di Caserta Francesco Giaquinto, avverso la sentenza della Corte d’Appello che condannava il Giaquinto assieme ad un notevole numero di dipendenti dell’Aorn, alla restituzione del rimborso ottenuto in virtù di un’errata interpretazione dell’articolo 9 del CCNLdel Comparto Sanità. Oggi l’ordinanza della Corte di Cassazione che ha determinato una vera e propria rivoluzione all’interno del Comparto su tutto il territorio nazionale, rappresenta senza alcun dubbio, un precedente di notevole importanza ed assolutamente imprescindibile, per ogni futura trattativa sindacale.
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Emergenza Covid all’ospedale Brotzu di Cagliari. A denunciare la situazione di pericolo per la salute dei lavoratori e dei pazienti è Fabrizio Anedda, segretario del sindacato delle professioni infermieristiche, il NurSind, con una lettera indirizzata all’assessore regionale della Salute Mario Nieddu, e ai vertici aziendali.
«Il personale sanitario, infermieristico e OSS, del reparto di medicina d’urgenza del Brotzu è al collasso: troppi contagi da Covid-19 e un conseguente carico di lavoro insostenibile. In questo reparto si sono verificati troppi casi di contagio da Covid-19 – ha spiegato Fabrizio Anedda – su 20 infermieri, 3 sono in malattia e non sono stati sostituiti, e uno in quarantena preventiva. Di questi 16 rimasti 2 sono part time, e solo uno copre il turno notturno. E ancora, tre sono affetti da Covid. Quindi sono in 13 a coprire tutti i turni e badare ai pazienti. Per quanto concerne i contagi nel reparto: 3 infermieri, 3 OSS e 3 specializzandi, oltre a 12 pazienti trasferiti in altro reparto Covid.»
«In questa situazione – ha aggiunto Fabrizio Anedda -, l’assistenza in alcuni turni di lavoro risulta insostenibile: si toccano indici di rapporto tra infermieri e pazienti pari a 1/20 (quando dovrebbe essere di 1/6) e non si dispone di operatori di supporto in dotazione stabile durante il servizio notturno, ma solamente un operatore in comune con la Medicina 1, quindi con un indice di rapporto relativo di 1/80 circa. Nonostante la grave mancanza di personale e nonostante, in reparto esistano ben tre camere in zona rossa, i ricoveri non sono stati bloccati né tantomeno il reparto è stato sanificato del tutto.»
«Infatti, quando la capienza del reparto è terminata – ha concluso Fabrizio Anedda -, i pazienti che arrivano dal Pronto Soccorso, in attesa del risultato del tampone, vengono sistemati in ambienti del tutto inadatti, sprovvisti di sistema di chiamata, di arredi e del bagno in camera.»
CAGLIARI. “Il personale sanitario, infermieristico e Oss, del reparto di medicina d’urgenza del Brotzu è al collasso: troppi contagi da Covid e un conseguente carico di lavoro insostenibile”. la denuncia arriva da Fabrizio Anedda……>>>>>continua
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“Noi operatori sanitari siamo pochi e impreparati agli eventi che ci travolgono come un fiume in piena. Abbiamo 21 pazienti positivi al Covid all’Aou di Cagliari, che non sono certamente un numero imbarazzante come se ne contano in altri luoghi, ma sono sicuramente molti se si pensa alla disorganizzazione nella quale lavoriamo, e soprattutto al fatto che potrebbero realisticamente aumentare”.
A denunciare la situazione dell’ Aou di Cagliari, sono i Dirigenti del NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche: Christian Cugusi , Lucia Bito, Valentina Bello e Luca Casula.
“La prevenzione – hanno proseguito i sindacalisti in una dettagliata nota stampa – che dovrebbe rappresentare la componente principale e importante della sanità è totalmente assente, e il comitato tecnico scientifico sardo inesistente, come lo è quello nazionale.
La prevenzione all’interno dell’Aou di Cagliari latita da tempo e gli operatori sanitari risultano indiscutibilmente i lavoratori maggiormente esposti al rischio contagio. Eppure ai vertici della Azienda hanno avuto 8 mesi di tempo, per correre ai ripari, per prevenire gli eventi e attuare tutte le misure necessarie per accogliere gli eventuali pazienti positivi, qualora i presidi Covid si fossero saturati. E invece eccoci qui, a parlare del nulla. Il primo allarme è scattato nella notte tra il 7 e 8 novembre, quando gli operatori che prestavano servizio nel Blocco G, sono stati allertati dalla Direzione Medica del trasferimento di alcuni pazienti positivi dal Pronto Soccorso aziendale, alla zona grigia, allocata in questa struttura, a causa della saturazione dei posti letto in Obi”.
L’AREA COVID. ” E’stato chiesto, in fretta e furia, ai colleghi di allestire un’apposita area COVID, dotandola del materiale e dei presidi necessari, e di individuare gli appositi percorsi sporco/pulito, e ancora di predisporre e attivare la zona di vestizione e svestizione. Per ciò che riguarda la formazione è stato risposto che non fosse necessaria, e che sarebbe bastato visionare un video tutorial su You Tube”.
Così passano i giorni, e iniziano ad arrivare i pazienti nella zona Covid, e intanto gli infermieri e gli OSS vengono “inviati al fronte come carne da cannone, senza formazione, con una miriade di problemi, alcuni dei quali insormontabili per logistica, e in barba a tutte le linee guida (ISS) e internazionali, li si fa sostare all’interno dell’area Covid vestiti con dispositivi di protezione individuale adatti alla precauzione da malattia trasmessa da Coronavirus SARS – CoV2, per 8-9 ore, raggiungendo punte di 12 ore”.
IL REPARTO COVID E LA SOSPENSIONE DI RIPOSI E FERIE.
“Sempre il 13 novembre – raccontano i Dirigenti NurSind – viene trasmesso il comunicato del Direttore Sanitario, Dottor Pacifico. che dispone l’apertura di un reparto COVID all’interno del P.O. Duilio Casula, il Blocco G, posizionato al centro del corridoio principale al 3° piano, tra le medicine – e qui ci complimentiamo per la scelta logistica!- con la soppressione di tutte le attività chirurgiche differibili, lo spostamento di tutti i degenti dal blocco G alla chirurgia del blocco D, e la sospensione delle ferie per tutto il personale sanitario.
A tal riguardo, occorre evidenziare, come in nome dell’emergenza COVID vengano ormai sistematicamente sacrificati i diritti dei lavoratori della sanità, prolungamento dell’orario di servizio, rinuncia alle ferie, al giorno di risposo per essere sottoposti a sorveglianza sanitaria, e molto altro.
Sembrerebbe inoltre che parte del personale assegnato agli ambulatori, sia stato già allertato per turnare in corsia. Parliamo di lavoratori ormai prossimi alla pensione e ai 60 anni, che quasi certamente faranno in tutti modi ostruzionismo per vedersi riconosciuto il sacrosanto diritto al meritato riposo dopo tanti anni di logorante servizio”.
SOLINAS, NIEDDU E L’ATTIVAZIONE DEL BINAGHI SENZA PERSONALE. “Mentre l’Aou è in piena tempesta – conclude il Nursind – giungono alla nostra attenzione le dichiarazioni sconcertanti del Presidente della Regione Solinas e dell’Assessore della Sanità Nieddu, che provano a rassicurare l’opinione pubblica affermando che la situazione è assolutamente sotto controllo, che non esiste alcuna criticità, e che si andrà avanti nella scelta di attivare l’ormai semi dismesso ospedale Binaghi, come presidio Covid, senza però fornire alcuna delucidazione riguardo il reperimento delle risorse umane che dovranno mantenere efficiente e operativo un altro presidio ospedaliero. La nostra Organizzazione Sindacale, non può che essere fortemente preoccupata per il dilagare della pandemia, tanto più se continuerà a essere gestita da questa classe politica che governa la Regione Sardegna e amministra le Aziende sanitarie pubbliche, con grave danno all’utenza e ai lavoratori della sanità. Pertanto, a sostegno di tutti i lavoratori e a tutela della sanità pubblica, non faremo mancare tutte le iniziative che riterremo più efficaci e opportune al conseguimento degli obiettivi prefissati”.
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