Se non l’hai ancora fatto, consulta il sito aziendale alla voce “ALBO PRETORIO“, bando di concorsi e selezioni.
Se possiedi i requisiti (Godimento di ultima fascia da più di 24 mesi, valutazione performance maggiore di 60/100, assenza provvedimenti Disciplinari superiori alla censura),
L’accorpamento dei reparti di Chirurgia degli ospedali di Isili e Muravera è già realtà. Le proteste e le speranze dei sindaci del Sarcidano e dei comitati dei cittadini che la Regione facesse un dietrofront? Vane. Superate dalla cronaca. Mercoledì sera e ieri mattina due pazienti si sono presentati doloranti al San Giuseppe. Quando gli specialisti hanno contattato l’ospedale Is Mirrionis di Cagliari, si sono sentiti dire che le disposizioni sono chiare: «I pazienti chirurgici che arrivano al Pronto soccorso del Sarcidano dovranno essere trasportati a Muravera».
È stato il personale in servizio a Isili a far presente, in entrambi i casi, che sarebbe stato rischioso per i pazienti obbligarli a un viaggio di quasi due ore fino a Muravera sull’ambulanza: il primo paziente così è stato trasportato a Cagliari, il secondo è rimasto fino al pomeriggio a Isili perché troppo grave.
Le proteste
«Questo è un abuso», ha detto il segretario del Nursind Cagliari Fabrizio Anedda, 48 anni, «non esiste ancora nessuna delibera ufficiale, la chirurgia più vicina è Cagliari». I disagi di questa scelta si stanno ripercuotendo su diversi fronti, in particolare quello della sicurezza del paziente. Il San Marcellino non ha una Rianimazione proprio come il San Giuseppe. Inoltre i tempi di percorrenza aumentano di quasi un’ora rispetto a Cagliari. Una strada difficile e lunga quella che divide i due ospedali e che non rientra nel percorso tracciato in questi anni per salvaguardare la sanità nei territori disagiati. «Ci stanno spostando», ha aggiunto Piera Trogu del direttivo del Nursind, 55 anni, «da un ospedale di zona disagiata a un altro dove non c’è la rianimazione, sono le prime ricadute di questo accorpamento». Se il futuro dovesse essere questo, aumenterebbero i costi per le famiglie, le difficoltà per la popolazione anziana e per il personale.
Il sindaco
«È un disagio enorme per il territorio», ha detto il sindaco di Isili Luca Pilia, 43 anni, «ci hanno sempre detto che i collegamenti dovevano avvenire con un ospedale della grande città, mi auguro si metta presto fine a questa situazione».
Rincara la dose il comitato “Sanità Bene Comune”. «È una grande umiliazione per il Sarcidano Barbagia di Seulo», ha detto il portavoce Luigi Pisci, 37 anni, «passiamo da periferia di un centro a periferia della periferia con conseguenze per la tenuta dei servizi e la qualità della vita di pazienti e familiari, una cannibalizzazione tra ospedali già destinati alla morte».
«Ci può stare una gestione burocratica a distanza», ha detto ancora Anedda (Sursind), ma non quella sostanziale, è uno schiaffo ai cittadini e agli operatori, ci hanno tolto la Chirurgia e ora si aggiunge il pericolo e si scherza con le vite umane».
Sonia Gioia
22/11/2019
Continua pacifica ma determinata la protesta degli infermieri del NurSind per il riconoscimento del pagamento straordinario dei festivi infrasettimanali.
Clamorosa fu quella di dicembre dello scorso anno cui seguì un botta e risposta con l’allora assessore alla sanità Benedetto Arru che non volle metter mano alle ingiuste disposizioni impartite dal suo direttore generale Giuseppe Sechi. Questi, con una specifica direttiva, aveva impartito l’ingiusta sospensione dei pagamenti dei festivi infrasettimanali, proseguita poi impunemente nonostante l’approvazione del nuovo contratto che almeno su questo aspetto, non ammetteva dubbi definendo legittima la retribuzione straordinaria.
Per le sue gesta il dott, Sechi fu anche promosso direttore sanitario presso l’areu Lombardia e ci sarebbe da giurarci, ci aspettiamo che la giusta indennità sia presto sospesa anche in quell’azienda, come abbiamo provocatoriamente paventato….. continua la lettura
E’ dell’11 luglio il dispositivo di sentenza del Tribunale di lavoro di Pordenone, nella causa intentata da numerosi infermieri dipendenti dell’AAS 5 Friuli Occidentale e patrocinata da Nursind, che ha accertato che erano tutti dipendenti pubblici tenuti all’iscrizione all’albo professionale e ha stabilito che il costo di tale iscrizione grava in capo all’azienda sanitaria pubblica……. altro qui
La nostra vita fondamentalmente si basa su convinzioni cui spesso attribuiamo sensazioni di certezza, ma non necessariamente di verità, che possono funzionare da catene invisibili o da binocoli da sfruttare per allargare la propria realtà. Pur non facendoci caso siamo circondati da convinzioni di ogni tipo, limitanti e potenzianti, che ci portano dal pensare che quel gusto di gelato non ci piaccia fino a credere che non possiamo fare una determinata cosa perché non ne siamo in grado.
Il corso intende fornire tutte quelle informazioni utili a far si che, eliminare le convinzioni limitanti, possa essere facile o difficile se poste in diretta relazione con quanto le stesse sono radicate nella mente di ognuno di noi, a quanto c’è di vero in esse, e soprattutto, da quanto siamo disposti a cambiare una realtà per un’altra.
Luogo: Cagliari – Sala Conferenza Ospedale Businco – Via Jenner
Crediti 9
Le cifre sopra esposte comprendono anche il pranzo
Ne avevamo già parlato in occasione dell’audizione del Coordinamento NurSind Sardegna di lunedì scorso in Assessorato Sanità a Cagliari: la sanità sarda è al collasso.
E l’Azienda Ospedaliera Universitaria “è una polveriera”, sostiene la Segretaria Territoriale di Sassari Fausta Pileri. Se le carenze di personale stanno mettendo in crisi tutta la struttura con i piani ferie praticamente saltati, infermieri costretti a fare doppi turni, straordinari e sacrifici di ogni genere, aggravati dalla mancanza totale o quasi di personale oss e un volume di accessi ormai insostenibile, posto che l’hub deve occuparsi anche di questioni territoriali di pertinenza altrui, uno degli esempi più gravi è il caso delle sale parto della Clinica Ostetrica e Ginecologica……… continua qui
Fausta Pieri
Un’audizione chiesta fin dal primo giorno dell’insediamento del nuovo assessore conseguente alle elezioni regionali del febbraio scorso, fortemente voluta per dare voce alle tante questioni mai risolte e che la nuova amministrazione si è impegnata a risolvere già dalla campagna elettorale, annunciando una rivoluzione del Servizio Sanitario Regionale con la soppressione dell’azienda unica ATS, che richiederà comunque tra uno e due anni. Il Coordinatore regionale Fabrizio Anedda.……>>> continua qui
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SCARICA QUI – Proposta Nursind ex art. 12 CCNL 2018 in merito alla revisione del sistema di classificazione professionale.
La Sardegna è una terra che ha dato i natali a personalità diventate poi illustri per essersi distinte nei più disparati campi, dalla politica, alle scienze alla cultura e nelle arti. Parliamo di persone le cui opere riecheggiano ancora oggi e i cui insegnamenti dovremmo tenere sempre presenti come guida delle nostre azioni. Ancora oggi la Sardegna e i suoi figli sono in grado di farsi apprezzare nel mondo per le altissime competenze e capacità dimostrate nel campo della scienza ad esempio, dell’innovazione. Più difficile andare a scovare e vedere esaltati esempi di buon governo o più semplicemente di buona amministrazione della cosa pubblica. Certo, a volte qualche amministratore si distingue per una buona idea, un’ottima intuizione e qualche buon esempio pratico che magari resta un po’ nell’ombra schiacciato da un potere mediatico che a torto o a ragione, non riconosce eclatante la messa in opera di qualche buona pratica; qualcosa che dovrebbe essere scontato per carità ma che di questi tempi sarebbe utile per infondere un po’ di sano ottimismo in un campo, quello dell’amministrazione pubblica in tutti i livelli che soffre di un meglio documentato racconto di incapacità, quando non di malaffare.
Come non gioire allora alla notizia di un funzionario pubblico sardo che sulla base della sua abilità talmente specchiata (quanto inapprezzabile perché del tutto autoreferenziale) viene chiamato a dirigere un’importante azienda pubblica lombarda?
Ed eccolo il grido di giubilo consegnato come al solito a Twitter, orgogliosamente e sentitamente espresso dall’assessore alla sanità di regione Sardegna Luigi Arru: “orgoglioso delibera Areu Lombardia che nomina direttore sanitario Giuseppe Sechi, per cinque anni mio Direttore Generale Assessorato. La dimostrazione che si può premiare serietà, onestà e professionalità, senza badare né all’appartenenza né residenza”. E ci mancherebbe pure che dipendesse dalla fortuna di essere nati dalla parte giusta del mondo.
Tutto bene si direbbe quindi, un sardo che si distingue per il buon lavoro trova apprezzamento e richieste per i suoi buoni servigi. Ecco i servigi, porla non usata a caso.
Perché in questa vicenda c’è da fare un passo indietro, piccolo e spostarci al 2 marzo 2017 quando a Cagliari, (fonte sito regione Sardegna) “è stata sancita (…) la collaborazione tra la Regione Sardegna e la Regione Lombardia per l’avvio del nuovo sistema di emergenza-urgenza sardo. A sottoscrivere l’accordo i presidenti Francesco Pigliaru e Roberto Maroni, affiancati dai rispettivi assessori della Sanità, Luigi Arru e Giulio Gallera, dal direttore generale dell’assessorato della Sanità della Sardegna, Giuseppe Sechi, e il direttore generale dell’AREU lombarda, Alberto Zoli”.
E non ci sarebbe nulla di male ad aprire collaborazioni proficue tanto più se ”il protocollo (…) non comporta oneri economici a carico dei rispettivi bilanci regionali”. Si diverta qualcuno a spulciare tra le delibere per vedere se le cose sono poi andate davvero così.
E’ curioso questo flusso di alta formazione ricevuto da Areu Lombardia, come se in Sardegna non avessimo professionisti in grado di fare la formazione necessaria e constatare al contempo che la stessa Areu Lombardia potevamo dirigerla da qui.
Ma alla fine questo pezzo ha solo la funzione di mettere in allarme i colleghi di areu Lombradia e fargli sapere che il loro nuovo direttore sanitario e proprio nella funzione di direttore generale dell’assessorato, è colui che ha dato le disposizioni necessarie perché al personale infermieristico sia negata la corresponsione della giusta indennità corrispondente per i festivi infrasettimanali; disposizione già sottoscritta ad ottobre 2017 e ribadita a novembre del 2018 nonostante l’entrata in vigore del nuovo contratto abbia sgombrato ogni ragionevole dubbio sulla materia costringendo Nursind Sardegna ad adire alle vie legali.
Faccia buon viaggio il dott. Sechi, gli infermieri sardi non sentiranno la sua mancanza e voi colleghi lombardi fateci una cortesia, non rimandatelo indietro.
Andrea Tirotto
Colorata l’iniziativa posta in essere dal Coordinamento Regionale NurSind Sardegna per protestare contro il mancato pagamento dello straordinario per le giornata di lavoro festive infrasettimanali.
Così, per sollevare l’attenzione sul danno che tutti gli operatori subiscono, NurSind Sardegna ha deciso di distribuire agli infermieri di tutti gli ospedali sardi una pettorina gialla che riporta lo slogan: “NEI FESTIVI LAVORO GRATIS – Grazie Assessore Sanità – Grazie Direttore generale”.
L’iniziativa è stata accolta con grande entusiasmo da parte dei colleghi ed ha immediatamente mandato su tutte le furie l’Assessore alla sanità della regione Sardegna Luigi Arru che con un post su Facebook con tanto di foto del gilet giallo incriminato, ha così replicato: “Il diritto alla critica nessuno lo mette in discussione ma è necessario riportare tutti i punti di vista. Il trattamento economico conseguente all’applicazione degli istituti del rapporto di lavoro non viene deciso né dall’Assessore né dal Direttore Generale ma dal contratto collettivo nazionale che NurSind non ha sottoscritto. L’iniziativa contro Assessore e DG appare pertanto strumentale e nonché attività contraria a codice di comportamento. Per conoscenza evidenzio inoltre che NurSind la scorsa settimana ha perso la causa da loro intentata contro ATS per condotta antisindacale e sono stati condannati dal giudice al pagamento delle spese processuali. Ho sempre dato la disponibilità al dialogo, alla dialettica, ma vedere questa personalizzazione è inaccettabile!”
L’assessore, dimostrando di non conoscere il contratto che accusa NurSind di non aver sottoscritto, ha pensato, come sempre che l’iniziativa fosse contro la sua persona non sapendo, oppure volutamente omettendo, il fatto che la disposizione che vieta alle aziende il pagamento della giusta indennità contrattuale, così come prevista dal nuovo contratto, è stata disposta proprio dal direttore generale del suo assessorato, come dimostra il carteggio che pubblichiamo. L’avvocato incaricato chiede lumi e il direttore generale dell’Aou Cagliari risponde allegando proprio la direttiva trasmessa dal dott. Sechi, direttore generale dell’assessorato alla sanità dove Arru pare sieda da qualche anno.
La risposta di NurSind ad Arru per il tramite del Coordinatore Regionale NurSind Dott. Fabrizio Anedda non si è fatta attendere:
“Gentile Dr. Arru,
Siamo lusingati dal fatto che ribadisce che NurSind non ha firmato il CCNL, infatti siamo convinti che tale ultimo CCNL non meritasse alcuna firma da parte di nessun rappresentante dei lavoratori, poiché è evidente che risulta peggiorativo rispetto ai precedenti e consente ampi margini discrezionali al datore di lavoro a discapito delle tutele previgenti, nonché della sicurezza per i pazienti.
Tuttavia, preme ribadire che per quanto attiene la fattispecie in argomento, ossia la facoltà del dipendente di richiedere il recupero e/o il pagamento dell’orario di lavoro prestato in giornate festive infrasettimanali, l’ultimo CCNL non afferma affatto che i festivi infrasettimanali non vadano retribuiti, anzi, nel richiamare esattamente quanto enunciato nei precedenti contratti, il pagamento sarebbe appunto dovuto.
Non ci pare il caso di chiederle di andare a rileggersi il CCNL prima di esternare certe affermazioni, ma riteniamo opportuno riportarLe lo stralcio contrattuale in discussione di cui all’art. 29 c. 6:
“L’attività prestata in giorno festivo infrasettimanale dà titolo, a richiesta del dipendente da effettuarsi entro trenta giorni, a equivalente riposo compensativo o alla corresponsione del compenso per lavoro straordinario con la maggiorazione prevista per il lavoro straordinario festivo”.
Riguardo alla causa persa a cui la SV fa riferimento, precisiamo che la stessa è oggetto di ricorso, poiché tale giudizio sinceramente suscita oggettive perplessità. Comunque La ringraziamo ugualmente per darci l’opportunità di rendere edotti i lettori che l’ATS è stata accusata da NurSind di non aver rispettato quanto previsto dalle norme in merito al doveroso contingentamento del personale in caso di proclamato sciopero,norme e accordi che di fatto non venivano mai rispettati fino alla nostra denuncia. L’obbiettivo Dr Arru, non era certo vincere una causa, che peraltro deve ancora intraprendere il completamento del percorso possibile nell’ordinamento italiano, bensì, educare gli amministratori a rispettare le regole.
Infine, preghiamo la SV. di non offendersi se rispediamo al mittente le allusioni espresse con i termini di “strumentalizzazione e personificazioni”, primo perché il NurSind non strumentalizza affatto le questioni, men che meno da un punto di vista politico, le ricordo che il rappresentato sindacato non è schierato o allineato politicamente, ma persegue quale bene precipuo la qualità assistenziale da erogare a tutti cittadini, in secondo luogo, qualsiasi riferimento nelle iniziative sindacali non mira certo alla persona del Dr. Arru, ma al ruolo che riveste e alle scelte operate in sinergia con la direzione sanitaria regionale, le quali, di fatto, penalizzano chi garantisce la continuità assistenziale nelle festività infrasettimanali”.
Smentire il sindcato dovrebbe essere la cosa più semplice per l’assessore dimostrando la falsità della disposizione impartita dal suo direttore generale e dando le disposizioni necessarie perchè alle aziende sia consentito di corrispondere il dovuto agli operatori sanitari ai quali, di fatto, questa amministrazione regionale ha pesantemente toccato il portafogli.
Intanto, NurSind Sardegna ha intrapreso la via giudiziaria per far riconoscere il diritto al pagamento dello straordinario o al riposto compensativo come da norma contrattuale.
fonte: www.infermieristicamente.it